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Per tutti c'è sempre L'altra metà della storia

Per tutti c'è sempre L'altra metà della storia

In sala il film drammatico di Batra con Charlotte Rampling

ROMA, 04 ottobre 2017, 19:28

Francesco Gallo

ANSACheck

L 'altra metà della storia, foto di scena - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'altra metà della storia, foto di scena - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'altra metà della storia, foto di scena - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il regista indiano Ritesh Batra (Lunchbox) sa come si lavora sui sentimenti, come si racconta la magia del quotidiano con apparente leggerezza. È il caso di "L'altra metà della storia" (The Sense of an Ending), in sala dal 12 ottobre , film drammatico tratto dal romanzo di Julian Barnes Il senso di una fine (Einaudi) con Jim Broadbent, Charlotte Rampling, Harriet Walter, Freya Mavor, Michelle Dockery, Emily Mortimer e Matthew Goode.

Niente di straordinario nella vita del protagonista Tony Webster (Broadbent), un uomo ormai in pensione, brontolone, divorziato, e che gestisce a Londra, a tempo perso, un negozio che vende Leika d'annata (la fotografia è una sua vecchia passione). Un giorno però l'uomo viene a sapere che Sara, madre di Veronica (Mavor) l'amata e problematica ragazza con cui stava ai tempi dell'università, gli ha lasciato, nelle sue volontà testamentarie, il diario di Adrian, suo migliore amico dell'epoca. Un ragazzo che però ha anche una grande colpa, quello di essersi messo con Veronica a sua insaputa. Il tentativo di recuperare il diario, ora nelle mani di una Veronica più anziana, ma forse ancora più enigmatica (Charlotte Rampling), lo costringe a tornare ai suoi anni giovanili e a considerare 'l'altra metà della sua storia' che non ha mai conosciuto. Una storia importante, quanto rimossa. Tony dovrà così trovare il coraggio di affrontare la verità e di assumersi la responsabilità delle devastanti conseguenze di una lettera scritta tanti anni prima.

"Il senso di una fine è uno di quei romanzi che non mi ha mai abbandonato. Forse sono un'anima antica, ma è un libro con cui sento una profonda affinità" spiega il regista Ritesh Batra. E ancora : "Julian Barnes è uno dei quegli autori che quando leggi per la prima volta un suo romanzo, corri subito a comprare tutti gli altri. Ho sempre adorato il libro, fin dalla prima volta che l'ho letto nel 2011. Per un certo periodo ne ho seguito le sorti, poi quando ho scoperto che era in fase di sviluppo un progetto di film, non ci ho pensato più di tanto, volevo farlo io" .

Tuttavia, il primo incontro con Barnes è stato per Batra un'esperienza più che inquietante: "Ci siamo seduti nel suo giardino a prendere il tè con i biscotti. Lui ha iniziato a parlarmi ed è andato avanti almeno cinque minuti durante i quali non ho ascoltato una sola parola di ciò che diceva perché non pensavo ad altro che: 'Sto prendendo il tè con Julian Barnes!" Ma se Batra era preoccupato per eventuali vincoli all'adattamento del romanzo, Barnes l'ha subito rassicurato: "L'ultima cosa che mi ha detto quel giorno - conclude il regista - è stata 'sentitevi liberi di tradirmi'. Sono felice di aver colto almeno questa sua frase e averla presa alla lettera".

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