Otto sezioni, con un totale di 103
opere di collezioni private, per raccontare l'artista e l'uomo
Picasso, la sua evoluzione artistica, le influenze, le
collaborazioni, le amicizie e lo stile, i temi ricorrenti e i
simbolismi, in un lungo percorso di sperimentazioni e
rivoluzioni. E' la mostra 'Picasso. Il linguaggio delle idee'
dal 10 maggio al 28 settembre nella Basilica di Santa Maria alla
Pietrasanta di Napoli-Lapis Museum e che sarà presentata l'8
maggio. Una panoramica sull'arte e sulla vita dell'artista
andaluso, prodotta da Navigare srl e curata da Joan Abelló con
Stefano Oliviero, e che vuole celebrare il talento e la
creatività del rivoluzionario pittore, scultore e incisore nato
a Malaga, abbracciando 50 anni della sua vita, conclusasi nel
1973, a 92 anni. Patrocinata da Regione Campania, Città di
Napoli, Consolato di Spagna, Instituto Cervantes e CIU
Unionquadri, l'esposizione ha diverse sezioni: Picasso,
Arlecchino e i saltimbanchi; Le Tricorne; Le incisioni; Le
ceramiche; Paloma; Manifesti; L'Amico vagabondo divertente; Le
fotografie, con alcune opere originali uniche e riproduzioni
realizzate in gran parte dopo le opere di Pablo Picasso ed
Edition Madoura ceramiche.
La mostra, annunciano gli organizzatori, "riporta Picasso a
Napoli, città che seppe conquistarlo e in cui soggiornò nel
1917, in occasione della messa in scena di Parade dei Balletti
russi per i quali disegnò costumi e allestimento". A Napoli, e
in genere durante i suoi viaggi in Italia, Picasso subì la
fascinazione della commedia dell'arte e delle maschere
tradizionali, come Pulcinella, che divenne, con i costumi di
Picasso, un'opera dei Balletti russi, che portarono in scena
anche Le Tricorne (1920) con le musiche di Manuel de Falla.
Anche di questo balletto, Picasso fu autore dei costumi per i
personaggi popolari protagonisti del racconto ispirato al
folclore andaluso. In mostra sono presenti 33 stampe di disegni
realizzati dall'artista.
Collegato all'interesse di Picasso per le maschere popolari e
anche per il mondo del circo, la mostra dedica uno spazio alla
figura di Arlecchino e ai saltimbanchi, amati da Picasso che,
nel suo "Periodo blu", li rappresenta spesso, esaltandone
l'anima malinconica e delicata. In mostra presenti 2 after work:
l'acquaforte e acquatinta Les Saltimbanques (The Acrobats) au
chien 1905 e la collotipia a colori Arlequin et sa compagne (Les
Deux Saltimbanques) 1901. Altra parte è quella dedicata alla
ceramica. Picasso fu il primo a sdoganare l'artigianalità della
ceramica al mondo dell'arte, plasmando e decorando numerosi
oggetti. Ne sono presenti 10 esemplari, realizzati negli anni
Cinquanta a Vallauris, in Francia. Di quel periodo sono anche le
fotografie della apposita sezione, con 15 scatti rappresentativi
dell'amicizia e della stima che legò l'artista ai fotografi
Edward Quinn e a André Villers che immortalavano Picasso in
diverse occasioni private. Tra le altre opere esposte l'unico
dipinto ad olio in mostra: l'inedito 'Paesaggio lussureggiante'
(1930), recente ritrovamento attribuito a Àngel Fernández de
Soto, amico di Picasso che, nel 1903, lo ritrasse nel dipinto
'Il bevitore d'assenzio'.
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