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Tra Mito e Sacro, indagine laica di autori contemporanei

Tra Mito e Sacro, indagine laica di autori contemporanei

Al Museo Bilotti circa 30 opere dalle collezioni capitoline

ROMA, 16 aprile 2025, 13:57

Redazione ANSA

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La nascita e la morte, l'espiazione e la resurrezione, il trascendente, la ritualità e l'invisibile, interpretati dagli artisti contemporanei attraverso la pittura, la scultura, la fotografia, l'installazione: aprirà il 17 aprile la mostra "Tra Mito e Sacro. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea", in programma fino al 14 settembre nelle sale del Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese.
    Curata da Antonia Rita Arconti, Claudio Crescentini e Ileana Pansino, l'esposizione ha il merito di valorizzare e rendere fruibili opere - circa 30 in totale, tutte realizzate nel XX e XXI secolo - esposte solo in rare occasioni perché conservate nei depositi dei musei capitolini. In cinque sezioni tematiche nei due piani del museo, il percorso colpisce per l'eterogeneità dei linguaggi, ma anche per la scelta di opere evocative di tutti segni del sacro, ma che rimandano a un'indagine laica, intellettuale e filosofica, più che religiosa: c'è il mito classico - come nell'imponente e visionario trittico Orestiade di Paola Gandolfi, in cui i frammenti dei corpi di Oreste, Elettra e Clitennestra appaiono sospesi, o nell'opera Goldfinger Miss di Mario Ceroli, che interpreta l'ambivalente sensualità di Venere proponendo una silhouette della dea di Botticelli stilizzata e riprodotta serialmente su sette sagome di legno - accanto all'iconografia cristiana (il bassorilievo in bronzo di Pericle Fazzini dal titolo Deposizione), e alla morte, come nell'ironica e tetra scultura bronzea di Marc Quinn Waiting for Godot, uno scheletro umano a grandezza naturale ritratto in ginocchio e con le mani giunte in preghiera.
    E ancora, l'evocazione di mondi spirituali attraverso la concretezza, come La cera di Roma #4 di Alessandro Piangiamore, un pannello solido e compatto di cera fusa delle candele raccolte nelle chiese romane, e il fascino della ritualità, nella grande e inquietante installazione di Benedetta Bonichi To see in the dark. Banchetto di nozze, un'immagine ai raggi x che ritrae una coppia di sposi e gli invitati attorno a una tavola imbandita.
   

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