"Antonio Paolucci era una persona
ironica, di questa mostra avrebbe detto: 'I Preraffaelliti sono
come i Beatles, perché reinventarono quello che già esisteva,
rendendolo un nuovo grande classico'". E' il ricordo che
Gianfranco Brunelli, direttore Grandi Mostre del Museo Civico di
San Domenico di Forlì, ha dedicato allo storico dell'arte
scomparso domenica presentando alla Bit di Milano la mostra
'Preraffaelliti. Rinascimento moderno', in programma dal 24
febbraio al 30 giugno con più di 300 opere tra dipinti,
sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere
in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati,
manoscritti e gioielli che raccontano la profonda influenza
dell'arte italiana, dal Medioevo al Rinascimento, sul movimento
artistico che ha rivoluzionato l'Inghilterra vittoriana e
influenzato la stagione europea del simbolismo. L'evento
affiancherà per la prima volta, grazie ai prestiti concessi da
musei europei e americani, una consistente rappresentanza di
modelli italiani, tra cui opere di antichi maestri, alle opere
britanniche, ma anche opere di artisti italiani di fine
Ottocento ispirate ai precursori britannici. La mostra,
organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in
collaborazione con il Comune, si svilupperà nella Chiesa di San
Giacomo e nelle sale che costituirono la biblioteca del Convento
di San Domenico.
Tra gli anni Quaranta dell'Ottocento e gli anni Venti del
Novecento l'arte storica italiana, dal Medioevo al Rinascimento,
ha un forte impatto sulla cultura visiva britannica, in
particolare sui Preraffaelliti, movimento artistico nato
nell'Inghilterra vittoriana di metà Ottocento a opera di alcuni
artisti ribelli - William Holman Hunt, John Everett Millais e
Dante Gabriel Rossetti - che aveva lo scopo di rinnovare la
pittura inglese, considerata in declino a causa delle norme
formali e severe imposte dalla Royal Academy. I Preraffaelliti
attinsero a influenze ed elementi storici, in momenti diversi si
ispirarono all'arte e all'architettura gotica veneziana, a
Cimabue, a Giotto, oltre che a maestri del Rinascimento, come
Botticelli e Michelangelo, rivolgendosi infine all'arte
veneziana del XVI secolo di Veronese e Tiziano.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA