(di Alessandra Baldini) (ANSA) - NEW YORK, 8 DIC -
Harvard condanna Philip Johnson e rimuove il suo nome da un
edificio disegnato dal grande architetto che da giovane
simpatizzo' con le teorie della supremazia della razza del Terzo
Reich. La Philip Johnson Thesis House, progettata da Johnson
come tesi di dottorato, si chiamera' d'ora in poi semplicemente
"9 Ash Street", l'indicazione dell'indirizzo sullo stradario di
Cambridge. A chiedere la "damnatio memoriae" del celebre
architetto erano stati nei giorni scorsi una trentina di
intellettuali tra cui l'artista Xaviera Simmons, l'architetta
del paesaggio Kate Orff e il professore di architettura a
Princeton Mitch McEwen. Citando il fascino esercitato su Johnson
dal nazismo e la sua opera di proselitismo negli Usa negli anni
Trenta, tra cui il tentativo di fondare un partito fascista in
Louisiana, il Johnson Project Group aveva chiesto a Harvard e al
MoMA, dove una galleria e una posizione curatoriale sono
intitolate a Johnson, di cancellarne il nome. In una lettera
diffusa sul sito online "Curbed", il gruppo aveva ricordato che,
nel mezzo secolo in cui e' stato al MoMA, dove ad appena 26 anni
aveva fondato il dipartimento di architettura e design, nessun
architetto o designer di colore e' mai entrato nelle collezioni.
"9 Ash Street" fu progettata da Johnson, che ci abito',
mentre finiva il dottorato a Harvard negli anni quaranta: alla
fine l'edificio, considerato un precursore della celebre Glass
House di New Canaan in Connecticut, costitui' la sua tesi di
laurea. Premio Pritzker nel 1979,Johnson e' morto a 98 anni
nel 2005 dopo una lunga carriera in cui, dopo aver ripudiato a
parole il passato nazista dopo la fine della Seconda Guerra
Mondiale, si e' affermato come uno dei piu' noti architetti del
Novecento firmando edifici iconici del postmodernismo tra cui
l'At&t e il Lisptick a Manhattan, la Crystal Cathedral di Garden
Grove in California e il PPG Place di Pittsburgh. Johnson
considerava le simpatie naziste un peccato di gioventu': "Un
capriccio" su cui non indulgere piu' di tanto, lo defini' una
volta all'intervistatore Charlie Rose. In realta' furono piu' di
fantasie giovanili: influenzato dalle teorie del superuomo di
Nietzsche, Johnson trovo' nel Nazismo corrispondenze estetiche e
ideologiche. Momento chiave: quando nel 1932, durante un viaggio
in Europa, partecipo' a un raduno della Hitler Jugend a Postdam:
"Impossibile restare estranei all'eccitazione, i canti marziali,
il crescendo e il climax quando poi Hitler arrivo' ad arringare
la folla", rievoco' decenni dopo al biografo Franz Schulze,
secondo cui alla fascinazione di Johnson per il Nazismo non era
estranea una carica sessuale alla vista "di tutti quei giovani
biondi in pelle nera" che marciavano davanti al loro Fuhrer.
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