Sculture, disegni, collage e dipinti, in tutto 34 opere, alcune esposte per la prima volta, che spaziano dai primi anni Venti fino alla seconda metà degli anni Sessanta, per raccontare Ruggero Alfredo Michahelles, in arte Ram (Firenze, 1898-1976), poliedrico artista e intellettuale cosmopolita, attivo come pittore, scultore, illustratore, graphic designer e incisore.
Anche fratello di Ernesto, in arte Thayaht.
E' 'Ram - Tra Novecento e Metafisica.
La natura ricreata', prima monografica a Firenze dedicata ad uno
tra gli artisti fiorentini più importanti della prima metà del
Novecento, ospitata dal 19 settembre al 7 dicembre alla Galleria
Frascione. A cura di Susanna Ragionieri, la mostra è inserita
nel calendario degli eventi della Florence Art Week che si terrà
in occasione della 31/a Biennale internazionale
dell'Antiquariato di Firenze.
La mostra, spiegano gli organizzatori, illustra il percorso
compiuto da Ram, dalle influenze iniziali dello stilismo di
Dominique Ingres compenetrate dai riflessi "tra fiammingo e
caravaggesco" delle opere italiane studiate nei musei. Emerge
poi con forza la sua personale esperienza "neo-metafisica", in
cui "entrano in gioco tangenze con gli 'Italiens de Paris':
Alberto Magnelli, Mario Tozzi, Renato Paresce e soprattutto
Giorgio de Chirico". Il tema della "natura ricreata" attraverso
l'indagine di una bellezza pura e trascendente resta alla base
di una serie di ritratti che giungono a toccare gli anni
Quaranta e si va rafforzando anche nel decennio successivo.
Rappresentativo della produzione del pieno dopoguerra è il ciclo
degli acrobati e dei saltimbanchi che vanno a dialogare con le
lontane radici del Picasso blu e rosa. Nel corso degli anni
Cinquanta e Sessanta, "Ram si orienta verso il mondo astraente
delle forme, dei nudi frammento e dell'illuminazione in un puro
e libero gioco di ritmi, colore e luce compiuto sull'orlo
dell'assoluto".
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