Corpo e spirito, buio e luce, tempo umano ed eternità, si dipana in queste contraddizioni, negli ambiti più profondi della ricerca interiore, il percorso espositivo della mostra che ai Musei Capitolini racconta in 156 opere la vita e l'arte di Michelangelo (di cui sono allestiti 70 capolavori). Da domani al 14 settembre meravigliosi disegni e meraviglie della statuaria come il Bruto del Bargello o la Madonna della Scala di Casa Buonarroti, il Cristo Redentore di Bassano Romano, nonché i giovanili crocifissi devozionali attribuiti all'artista fiorentino in un primo, importante confronto di studio.
Presentata oggi alla stampa, 'Michelangelo 1564-2014.
Incontrare un artista universale' è stata prodotta e organizzata dall'Associazione Metamorfosi e da Zetema su un'idea della soprintendente del Polo museale fiorentino Cristina Acidini, supportata nella curatela dagli storici dell'arte Elena Capretti e Sergio Risaliti. ''E' stata un'operazione complicata, ma molto entusiasmante, questa è una sorta di mostra impossibile'', ha detto la Acidini, che ha messo a punto un percorso espositivo in cui sono proposte alcune ''scintille'' del genio michelangiolesco, grazie alle quali ricostruire la sua lunga vita dedicata alla creazione artistica.
''E' una mostra ambiziosa, unica e irripetibile, che non ha ovviamente la pretesa dell'organicità'', ha aggiunto il patron di Metamorfosi Pietro Folena, sottolineando come la maggior parte delle opere del Buonarroti sia intrasportabile, basti pensare ai cicli di affreschi della Cappella Sistina o della Paolina, per i quali è conosciuto in tutto il mondo.
Il percorso si apre con la grande statuaria, riunita nella Sala degli Orazi e Curiazi, che si affaccia sulla Piazza del Campidoglio, vero genius loci della rassegna, rivoluzionata dal Buonarroti che posizionò la statua equestre di Marco Aurelio (che non voleva) al centro, mentre in epoca antica le statue erano poste ai lati, e aprì quel capolavoro rinascimentale verso i nuovi quartieri di Roma e San Pietro. Nella prima sezione, ecco dunque i marmi monumentali, il Cristo Redentore rinvenuto a Bassano Romano, opera incompiuta di Michelangelo che immediatamente rimanda alla versione definitiva conservata nella vicina Chiesa della Minerva. Il Bruto del Bargello, opera politica del Buonarroti appena giunto a Roma, è affiancato dalle due opere che forse lo influenzarono, il Bruto dei Musei Capitolini e il Caracalla dei Vaticani. Da quest'ultimo sembra che mutuò la torsione della testa, ma è tutta michelangiolesca l'espressione del tirannicida, carica di energia e determinazione, in cui si riassume la sfida e il gesto che sta per compiere. Come nel David. La Madonna della Scala, prestito della Fondazione Buonarroti, è un esempio della sua produzione degli esordi, incentrata sulla giovanile ricerca di bellezza e perfezione del corpo umano, come si delinea anche nei crocifissi devozionali, dal Santo Spirito, dal Louvre e dal Bargello, tutti e tre attribuzioni e al centro di polemiche.
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