Chi offre di più? E' questa la
domanda che circola nelle sale d'asta mentre si espone una
preziosa opera d'arte, a cui persone generalmente distinte e
sicuramente danarose rispondono sciorinando cifre di milioni e
milioni che la maggior parte della gente non ha mai neppure
osato provare a pronunciare. Se a tanti comuni mortali verrebbe
il mal di testa solo a pensare a tutti quegli zeri, figurarsi di
spenderli, c'è qualcuno invece che ha deciso di sborsare
montagne di denari per lasciarsi inebriare dalla bellezza unica
e senza tempo di un capolavoro. Perché è evidente che se la
crisi c'è, di certo non riguarda emiri, sceicchi e banchieri,
ovvero i principali frequentatori del mercato dell'arte.
Per capirlo basta guardare a quale prezzo (mutato in
considerazione dell'inflazione) sono state vendute le tele di
alcuni dei più grandi pittori di sempre. A detenere il record è
Nafea Faa Ipoipo (When will you marry) di Paul Gauguin, venduto
alla cifra di 300 milioni di dollari, secondo quando riportato
l'inverno scorso dal New York Times. Scalzato dal primo posto, e
ora sceso al secondo, è I giocatori di carte di Paul Cézanne
venduto a 263 mln, a cui seguono in terza e quarta posizione
Donne di Algeri - versione O di Pablo Picasso (179.4 mln) e No.
5, 1948 di Jackson Pollock (164.4 mln). A metà classifica si
attesta Woman III di Willem de Kooning, acquistato per 161.5
mln, tallonato dal Ritratto di Adele Bloch-Bauer I di Gustav
Klimt (158.5 mln) e da Il sogno di Pablo Picasso (157.5 mln).
Fanalini di coda, ma non per questo economici, i capolavori di
tre "pezzi grossi" come Vincent Van Gogh, Francis Bacon e
Pierre-Auguste Renoir: i loro dipinti, rispettivamente Il
Ritratto del dottor Gachet, Three studies of Lucian Freud e Bal
du moulin de la Galette sono stati ceduti a 149.4, 144.7 e 141.5
mln di dollari.
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