"Ciao mamma. Ho voglia di tornare. Ti voglio bene. Tanto tanto". Questo il messaggio che Alessandro Coatti mandò alla mamma pochi giorni prima di essere ucciso. Lo rivela la madre del ricercatore, Sandra Lovato, che su Instagram nel giorno della festa della mamma pubblica il messaggio del figlio e anche la sua risposta: "Anche io". E posta anche molti video del figlio.
Il biologo italiano, originario del Ferrarese, fu rinvenuto morto a Santa Marta, in Colombia, il corpo smembrato, il 6 aprile scorso. Una vicenda dai contorni non del tutto chiariti ma che le indagini hanno poi indirizzato verso la rapina finita in maniera violenta.
Coatti dunque fu probabilmente vittima della trappola di una banda specializzata in rapine ed estorsioni dopo essere stato adescato su un sito di incontri. Per la sua morte sarebbero state identificate già quattro persone, tra le quali una donna trovata in possesso del cellulare della vittima. Proprio il ritrovamento del cellulare avrebbe permesso di ricostruire che prima prima della scomparsa Coatti aveva concordato un appuntamento attraverso la app Grindr, di uso comune nella comunità Lgbtq ma spesso utilizzata come esca anche da bande alla ricerca di vittime.
Dai referti dell'autopsia emerge inoltre, secondo i media, che il biologo italiano prima di venire sequestrato e ucciso sarebbe stato anche drogato, e l'ipotesi principale degli investigatori è che la situazione sia poi "sfuggita di mano" ai rapitori e degenerata tragicamente nella morte del ricercatore, forse colpevole di aver visto il volto di uno dei suoi assalitori. Secondo quanto stabilito dagli esami forensi Coatti è deceduto infatti per una serie di colpi inferti con oggetti contundenti, e solo in un secondo momento il suo corpo è stato smembrato.
A dare un'ulteriore svolta alle indagini è stato il ritrovamento del luogo dell'omicidio. Si tratta di una casa abbandonata nel quartiere San José del Pando, nel centro della capitale del distretto di Magdalena dove le autorità hanno trovato tracce di sangue ed altri indizi che confermerebbero che si tratta del luogo dove è stato fatto a pezzi il biologo.
Il fatto che i resti del corpo siano poi stati sparsi in diversi punti della città - uno degli arti inferiori non è ancora stato trovato - non rappresenterebbe quindi 'un messaggio mafioso' come si ipotizzava inizialmente, e si tratterebbe piuttosto di "una strategia per ostacolare le indagini", affermano adesso gli inquirenti.
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