A ottobre 2023 gli operatori dei
servizi sociali di Settala, il comune alle porte di Milano dove
il 3 maggio una donna è stata uccisa dal marito mentre la figlia
di 10 anni, che ha poi dato l'allarme, era in casa, avevano
"scoperto che il padre non rispettava il provvedimento di
allontanamento" e il divieto di avvicinamento firmato dai
giudici minorili otto mesi prima.
Lo hanno messo a verbale gli stessi operatori oggi davanti
al Tribunale dei Minori che li ha convocati nell'udienza di
affidamento della piccola agli zii materni. Il padre, ora in
carcere con l'accusa di omicidio aggravato, come si evince dal
loro racconto, "incontrava la bambina spesso" nonostante il
"decreto provvisorio" della magistratura. Incontri che la madre
"ha negato" dicendo che il marito "non si era più presentato a
casa".
Come hanno spiegato i dipendenti comunali, i colloqui protetti
e in uno spazio neutro tra papà e piccola si sono tenuti
"regolarmente" fino al luglio dell'anno scorso. "Noi avevamo il
sentore che la signora volesse riconciliarsi" con il marito e
che, come lei aveva detto, stava aspettando si definisse il
procedimento nato in seguito a una sua denuncia per
maltrattamenti. Ma "non abbiamo mai saputo del rientro a casa"
dell'uomo.
Anche la scuola della piccola, descritta come "tranquilla" e
"solare", nell'autunno di due anni fa era stata informata del
divieto di avvicinamento del padre alla figlioletta.
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