E' di nuovo bufera nel mondo del calcio. Una dozzina di giocatori di serie A e altri meno noti sono finiti al centro di una indagine che riguarda non tanto il calcioscommesse, ma il gioco d'azzardo su piattaforme illegali.
Una rete in cui sono rimasti impigliati una ventina di atleti che per saldare i loro debiti hanno versato migliaia di euro su un conto ad hoc di una gioielleria di Milano pagando il doppio orologi di lusso e braccialetti 'tennis' che poi ritiravano o facendo bonifici per un acquisto fantasma in modo da rendere irrintracciabili la provenienza illecita del denaro e il reale beneficiario.
L'indagine, avviata dalla procura torinese e trasmessa per competenza a quella milanese, in parte era già venuta a galla e aveva visto Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina ed ex della Juve, e Sandro Tonali, ora al Newcastle, fare i conti con la giustizia sportiva. Conti che ora dovranno fare pure i gli altri giocatori indagati, in quanto i pm milanesi Roberta Amadeo e Paolo Filippini, che con il Procuratore Marcello Viola coordinano le indagini affidate alla squadra di polizia giudiziaria della Gdf, invieranno gli atti dell'inchiesta alla Procura federale della Figc.
Per il giro di scommesse illegali su eventi sportivi e poker online, per cui stamane le Fiamme Gialle hanno notificato un decreto di sequestro di un milione e mezzo di euro, sono stati chiesti gli arresti domiciliari per cinque persone che avrebbero architettato un sistema per arricchirsi alleggerendo i portafogli degli atleti. Sarebbero coinvolti Alessandro Florenzi, ora al Milan, l'ex romanista passato all'Atalanta e ora alla Fiorentina Nicolò Zaniolo - iscritto anche dai magistrati torinesi - e i bianconeri Wes McKennie e Mattia Perin.
Tra i nomi anche Samuele Ricci, capitano granata, Raoul Bellanova dell'Atalanta, i campioni del mondo argentini Angel Di Maria e Leandro Paredes e altri sportivi tra cui pure il tennista Matteo Gigante. E se loro sarebbero stati "meri scommettitori", si legge nelle carte, Fagioli e Tonali "oltre ad aver effettuato numerose scommesse", avrebbero ricoperto il ruolo "di collettori di scommettitori", ottenendo in cambio un "bonus sui propri conti di gioco" e un ritocco al ribasso dei debiti. Il meccanismo ricostruito, confermato negli interrogatori da Fagioli e Zaniolo ("sapevo che dietro potevano esserci persone pericolose") e testimoniato dalle chat ("bravo, catturalo ... lavora per me ... chiaramente poi ti faccio il regalo a te" oppure "il buon Weston ... ma perché non me lo fai prendere agli altri giochi") sarebbe stato congegnato da Tommaso De Giacomo, Patrik Frizzera e dall'ex arbitro Pietro Marinoni. Il primo sarebbe il coordinatore delle attività: dalla gestione delle piattaforme e delle password di accesso al caricamento dei conti di gioco, alla tenuta della contabilità dei debiti e dei crediti di ciascun giocatore. Sarebbe stato lui ad indicare anche i canali per i pagamenti dei debiti: PostePay, Revolut (istituto di credito digitale con sede in Lituania), denaro contante o il conto bancario della gioielleria Elysium.
Il secondo, invece, avrebbe abilitato i clienti al gioco e tenuto i rapporti referenti di Elysium per il recupero dei crediti. Il terzo, come emerge dagli atti, sfruttando le proprie conoscenze nel mondo del calcio, avrebbe portato i clienti, aiutato i bookmaker e si sarebbe occupato del ritiro del cash dai giocatori. Poi ci sono Andrea Piccini, Antonino Parise e Antonio Scinocca, i soci, amministratori di diritto, di fatto e il legale rappresentante della gioielleria, come aveva spiegato Tonali ai pm torinesi nell'ottobre 2023, destinataria dei bonifici. Nella cassaforte di Elysium, Fagioli ha lasciato addirittura la sua carta di credito ed ha versato 693.614 euro, mentre Florenzi 155 mila euro. Sono le cifre più altre a cui si aggiungono altre, tra cui migliaia di euro prestati da amici calciatori, fino ad arrivare a poco più di un milione e mezzo sborsati in un paio di anni. Un fiume di soldi che ha portato i pm a osservare che i bookmaker e i loro complici, convocati il 17 aprile dal gip Lidia Castellucci per l'interrogatorio preventivo, si sarebbero insinuati in "un contesto socio-culturale di persone particolarmente suggestionabili sia per la loro giovane età, trattandosi di calciatori poco più che ventenni, sia per la ingente quantità di denaro che dispongono come professionisti del pallone e che con facilità ed imprudenza destinano al gioco d'azzardo e alle scommesse illegali".
Per la stessa "finalità, i prestanome si occupavano anche della riscossione di denaro contante, per un importo stimato di almeno 400mila euro". In aggiunta, "alcuni scommettitori, in cambio di bonus, ovvero di una riduzione del proprio debito di gioco, diffondevano e pubblicizzavano le piattaforme illegali nei confronti di altri", facilitando così "l'apertura e il caricamento di sempre nuovi conti di gioco".
Pm di Milano: 'Gatti aiutò Fagioli a pagare i debiti'
Nell'inchiesta milanese dei pm Filippini e Amadeo e della Gdf sul presunto giro di scommesse illegali, in particolare sul poker on line, e che ha portato a un decreto di sequestro da 1,5 milioni di euro, firmato dalla gip Lidia Castellucci per fatti fino al 2023, è stato accertato che Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina, "per far fronte al pagamento dei debiti di gioco, si sia avvalso, oltre che delle proprie disponibilità, di prestiti in denaro concessi da altri", tra cui Federico Gatti, difensore della Juventus e suo ex compagno di squadra e che non è indagato. Negli atti, infatti, figurano anche i nomi di tanti altri sportivi e calciatori, non indagati, che avrebbero, in sostanza, coperto le perdite di quelli che scommettevano, come appunto Gatti per Fagioli.
Tonali ai pm: 'Mi ha introdotto alle scommesse un ex arbitro'
"Chi mi ha iniziato alle scommesse è stato Pietro Marinoni che è del mio paese, è andato a scuola con mia sorella e all'epoca faceva l'arbitro". Lo ha raccontato, il 17 ottobre del 2023, Sandro Tonali, ex centrocampista del Milan e poi al Newcastle, interrogato dai pm quando l'indagine era ancora a Torino. Inchiesta, poi, trasmessa a Milano.
Il verbale di interrogatorio, così come quello di Nicolò Fagioli e che era già venuto a galla in passato, è contenuto negli atti dei pm di Milano. Atti che hanno portato al sequestro da oltre 1,5 milioni di euro sul presunto giro di scommesse illegali e a cinque richieste di domiciliari, tra cui quella per Tommaso De Giacomo, presunto "coordinatore" delle scommesse illecite.
"In merito alle scommesse che avvenivano per il tramite di Marinoni (indagato, ndr) - ha spiegato Tonali ai pm - all'inizio la scommessa non funzionava come l'ultimo periodo, ma mi avvalevo di un applicativo 'Snai', poi inviavo con WhatsApp a Pietro Marinoni la scommessa e quest'ultimo andava in agenzia (...) questo sistema è andato avanti fino al 2020 quando è nato 'worldgame365' che poi nel corso del tempo ha cambiato denominazione ma l'operatività era la stessa (...) questo sito non era accessibile a tutti ma era necessario ricevere un link per potervi accedere, il quale mi è stato inviato per la prima volta da Marinoni".
Al centro delle indagini, passate per le analisi dei telefoni sequestrati anche a Fagioli e Tonali nell'inchiesta torinese, pure una serie di gruppi whtasapp: "Si rappresenta - scrivono i pm - che Tonali, Fagioli e Marinoni avevano anche un gruppo WhatsApp all'interno del quale si organizzavano per il pagamento dei debiti di gioco".
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