"Nei primi anni '70, mentre
campeggiavo in Istria, incontrai una signora che mi chiese, con
amarezza: 'Perché ci avete abbandonati?' Quelle parole mi
colpirono, ma solo più tardi capii la gravità di quanto
accaduto". Così il sindaco di Udine, Alberto Felice de Toni, ha
commemorato il Giorno del Ricordo, nell' ambito di una cerimonia
svoltasi al Parco Martiri delle Foibe.
"Oggi, con la deposizione della corona - ha proseguito il
sindaco - Udine rinnova il proprio impegno nel custodire la
memoria di eventi che hanno segnato profondamente il cuore
d'Europa. Questa storia affonda le radici in una deriva
totalitaria che ha attraversato le nostre terre, lasciando
cicatrici ancora visibili".
Alla cerimonia, oltre alle istituzioni, erano presenti anche
numerosi cittadini e rappresentanti delle associazioni d'arma.
Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale, ha
rimarcato la necessità di "trasmettere ai giovani una lettura
oggettiva della storia, senza ideologie, per costruire un futuro
di rispetto e convivenza: Dobbiamo imparare dagli errori del
passato - ha concluso - e lavorare per garantire che tragedie
simili non accadano più".
La cerimonia si è chiusa con la lettura della Preghiera
dell'Infoibato e una poesia di Biagio Marin, accompagnata
dall'onore al cippo di via Bertaldia, simbolo della memoria dei
martiri delle foibe.
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