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Morto nel parcheggio, archiviazione per sei carabinieri a Modena

Morto nel parcheggio, archiviazione per sei carabinieri a Modena

'Smentita versione del fratello'. Usmia: fiducia nella giustizia

BOLOGNA, 20 gennaio 2025, 10:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Gip del tribunale di Modena Barbara Malavasi ha archiviato il fascicolo a carico di sei carabinieri finiti indagati dopo la morte del 31enne tunisino Taissir Sakka, trovato cadavere la mattina del 15 ottobre 2023 in un parcheggio in via dell'Abate. Per l'episodio un carabiniere rispondeva di morte come conseguenza di altro reato, mentre cinque colleghi militari di lesioni provocate al fratello del 31enne.
    Il giudice ha accolto la richiesta della Procura, sciogliendo la riserva dopo l'udienza di giovedì, fissata per discutere l'opposizione dei difensori del fratello del tunisino, avvocati Fabio Anselmo e Bernardo Gentile. Nell'archiviazione si sottolinea come la consulenza medico legale abbia segnalato che Sakka morì per una insufficienza cardiaca improvvisa legata ad una patologia, che era positivo ad alcol e droga e come non avesse segni di violenza in grado di determinare il decesso.
    Prima di morire era stato sottoposto ad un controllo dei carabinieri, dopo che era stata segnalata una lite in un circolo di Ravarino: qui i militari trovarono i fratelli, conosciuti alle forze delle ordine, ubriachi, e dopo averli portati in caserma li rilasciarono. Poi nacque un diverbio con il fratello che venne riaccompagnato all'interno, mentre Taissir Sakka si allontanò: in seguito venne cercato ma non venne mai localizzato.
    Il fratello presentò denuncia, ma per il Gip gli elementi raccolti dalle indagini della squadra mobile, complete e approfondite, smentiscono in toto la versione del tunisino che ha fornito una ricostruzione ritenuta non veritiera, incongruente e strumentale, tesa ad incolpare i carabinieri di un'aggressione ai suoi danni e a quelli del fratello. Quello che ha riferito risulta infatti contraddetto dalla visione delle immagini delle telecamere nei luoghi dell'inseguimento, da cui non emerge alcuna colluttazione. "Abbiamo avuto sempre fiducia dal primo momento nella giustizia. Come Usmia abbiamo assicurato la tutela legale ai nostri iscritti, per il tramite degli avvocati Cosimo Zaccaria e Roberto Ricco e la copertura per le spese per i consulenti tecnici", commenta Alfonso Montalbano per Usmia Emilia-Romagna.
   

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