Sarà utilizzata la stessa pistola,
quella d'ordinanza sequestrata, e il materiale usato dall'Fbi
per simulare un cranio umano, nell'esperimento giudiziale
disposto nell'ambito del processo sull'omicidio di Ugo Russo, il
15enne ucciso da un carabiniere, la notte del 29 febbraio 2020,
a Napoli, mentre, armato di una replica di una pistola e insieme
con un complice, stava tentando di rapinare l'orologio al
militare.
Nel corso dell'udienza di ieri, la Corte di Assise di Napoli
ha affidato l'incarico al perito Emanuele Paniz il quale, già
nell'incidente probatorio aveva individuato l'ogiva che ha
provocato la morte. In quell'occasione, però, non venne tenuto
conto dell'impatto dell'ogiva su uno stipite presente in via
Generale Orsini, successivo a quello sul casco del giovane che
venne trapassato. Ora, invece, lo stipite verrà rimosso e
utilizzato per la ricostruzione balistica.
L'obiettivo sarà non solo confermare, o meno, se l'ogiva in
questione sia quella fatale, ma anche determinare quale distanza
separava Russo e il militare al momento dell'esplosione di quel
proiettile. "Stiamo andando avanti e siamo alle prese con tutti
gli aspetti di questo complesso ed estremamente tecnico processo
- dice all'ANSA l'avvocato Giovanni Fusco, legale della famiglia
Russo insieme con Domenico Di Donato e Antonio Mormile - siamo
fiduciosi e credo che questo esperimento giudiziale
rappresenterà una conferma delle risultanze probatorie già
emerse". All'esito di questo esperimento sarà determinante
valutare se Russo rappresentava ancora una minaccia per il
carabiniere vittima del tentativo di rapina. Per gli
accertamenti verranno anche usati i proiettili sequestrati al
militare e altri dello stesso tipo e dello stesso lotto, oltre
che un casco del tutto simile a quello che indossava il 15enne.
La comparazione tra le tracce rilevate sul casco di Ugo e quelle
che verranno riscontrate sul copricapo usato per l'esperimento
giudiziale potrà fornire ulteriori dati circa la distanza che
separava vittima e imputato.
Le risultanze dovrebbero giungere entro novanta giorni ma è
verosimile che, proprio a causa della complessità degli
accertamenti e dei quesiti posti, il deposito degli esiti possa
slittare.
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