Prima un breve momento di
preghiera e suffragio nella caserma del Comando Provinciale, poi
la celebrazione della messa in cattedrale. Due momenti per
ricordare il secondo anniversario dello scoppio della cascina di
Quargnento, nell'Alessandrino, che costò la morte dei vigili del
fuoco Antonino Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo. "Non
siamo qui solo per fare memoria, ma per essere vicini alle
famiglie formando vera Chiesa che sa guardare oltre la morte",
la riflessione del cappellano, don Augusto Piccoli.
Per la vicenda sono già stati condannati i coniugi Giovanni
Vincenti e Antonella Patrucco, che dall'esplosione della cascina
speravano di incassare il premio dell'assicurazione. "Passa il
tempo, ma è come fosse appena successo. Ci proviamo ogni giorno,
ma è difficilissimo. Stateci vicini", le parole della mamma di
una delle tre vittime, Anna Triches. "Sono stati due anni
indimenticabili", aggiunge Roberto Marchioni, comandante
provinciale all'epoca della tragedia ora a Verbania, dove si è
occupato anche della funivia del Mottarone.
"E' una Eucaristia che ha il sapore della tristezza e
dell'amarezza, ma il Signore ci aiuti a guardare con occhi
nuovi", è l'invito del vescovo, monsignor Guido Gallese, che
durante l'omelia ha esortato "a cercare in tutti i modi di far
sì che la sofferenza non sia vana. Oggi il pensiero va all'idea
del sacrificio. Sacrificare ha un significato analogo a
purificare: se purificare vuol dire rendere puro, sacrificare
vuol dire rendere sacro. La tristezza non deve attanagliarci. Di
fronte a chi si espone al rischio e al pericolo con generosità
dobbiamo essere grati".
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