Vini rossi con una forte identità,
bianchi con un profilo aromatico complesso, vitigni autoctoni
sempre più fedeli al territorio, internazionali dal nuovo ed
interessante profilo. Sono i vini della vendemmia 2023, una
delle più complesse, con un calo quantitativo stimato in alcune
zone fino al 40%. "Nonostante le condizioni climatiche estreme e
l'attacco della peronospora, i viticoltori parlano di una
vendemmia sfidante che però non ha compromesso la qualità del
raccolto" commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini
Sicilia.
La vendemmia più lunga d'Italia - cento giorni di raccolta -
è iniziata nella parte occidentale dell'Isola nella prima decade
di agosto, e si è conclusa a fine ottobre nei vigneti dell'Etna.
"Una vendemmia 2023 i cui risultati non sono omogenei dal punto
di vista dei diversi territori siciliani ma che variano di
produttore in produttore. Difficile generalizzare" spiega Mattia
Filippi di Uva Sapiens. "Ciò che abbiamo riscontrato è
l'interessante risultato delle uve Grillo, un vitigno
performante nelle riduzioni di quantità e che in questa
vendemmia si è rivelato in vini dall'ampio spectrum aromatico e
note tropicali più pronunciate".
"La grande sorpresa è stato il vino prodotto dal vitigno
Syrah, le cui uve hanno dimostrato una resistenza alle
condizioni meteo-climatiche e un risultato che post vendemmia si
è tradotto in vini dall'equilibrio acido-zuccherino e una
maturazione eccellente. Interessante è stata la risposta delle
uve del cerasuolo di Vittoria e di alcuni vitigni dell'Etna e
del Nord Est della Sicilia" sottolinea Filippi.
"In situazioni estreme come queste che hanno caratterizzato
la recente vendemmia, si è rivelato vincente l'approccio di
prevenzione che hanno adottato molti produttori e di gestione
oculata ed attenta dei complessi fattori meteo-climatici",
conclude la presidente di Assovini Sicilia, Mariangela Cambria.
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