Giornalisti in stato di agitazione all'Università di Cagliari. "Ufficio stampa scomparso e trasferimento dei professionisti in locali lontani dal Rettorato, distanti dal flusso di notizie e dal contatto diretto con chi deve fornire materiale o informazioni, 'annessione' alla Direzione audit e sicurezza". Questi i temi evidenziati dai giornalisti dell'ateneo in una conferenza stampa.
Criticità sottolineate anche da Assostampa, Odg, Cgil, Cisl e Uil. "Stiamo segnalando questa situazione - ha detto il fiduciario Mario Frongia - soprattutto per il bene stesso dell'ateneo e degli studenti. Chiediamo di essere vicino alle notizie come succede nel 98% delle Università. Siamo in un mezzanino, per giunta con un bagno senza chiave, non è piacevole".
Con lui i colleghi Ivo Cabiddu e Sergio Nuvoli. Le richieste sono riassunte in tre punti. Primo, il ripristino di relazioni e dialogo con i vertici dell'Università e nomina di un coordinatore giornalista all'Ufficio stampa, in modo da avere adeguata autonomia funzionale e coordinamento efficace. Secondo, permanere nella Direzione servizi bibliotecari e attività museali. E poter stare in locali idonei nel Palazzo del rettorato. Terzo, l'aggregazione all'Ufficio stampa di alcuni giornalisti iscritti agli Albi e adibiti in ateneo a mansioni non giornalistiche. "L'ateneo ha 25mila studenti, circa mille docenti, altrettanti tra amministrativi, bibliotecari e tecnici, sei facoltà, 16 dipartimenti e oltre ottanta corsi di laurea: una macchina complessa da gestire con professionalità".
Vertici dell'informazione sarda in campo: "Una soluzione - ha detto Celestino Tabasso, presidente di Assostampa - sarebbe nell'interesse dell'ateneo. L'ufficio stampa non è un elemento collaterale ma fondamentale e determinante nel pubblico e nel privato". Anche l'Ordine in difesa dei tre giornalisti: "Ci sentiamo coinvolti - ha detto il presidente Francesco Birocchi - si tratta di garantire le giuste condizioni di lavoro ai colleghi".
LA REPLICA DELL'ATENEO - "Apprendiamo con rammarico l'avvio dello stato agitazione da parte di tre dipendenti che svolgono attività di comunicazione e di rapporti con i media all'Università di Cagliari. Destano forte stupore la modalità e i contenuti delle dichiarazioni rese, che non evidenziano gli interventi organizzativi adottati dall'Università in un'ottica di progressiva valorizzazione della struttura e delle professionalità coinvolte". E' la replica dell'Ateneo alle dichiarazioni rese in conferenza stampa nella quale i giornalisti dell'Ufficio Stampa di UniCa annunciavano lo stato di agitazione. In una nota l'amministrazione rileva che, "pur nell'ambito del comprensibile e necessario confronto dialettico, l'azione di agitazione non risponde allo spirito di un lavoro di squadra da tempo adottato dall'Ateneo in tutte le sue attività". Durante i recenti incontri con l'Ordine dei giornalisti e l'Assostampa, l'Ateneo spiega di avere "evidenziato l'importanza strategica della Struttura comunicazione, all'interno della quale operano i dipendenti che hanno promosso l'agitazione. Tra questi, i due responsabili di settore gestiscono congiuntamente, e comunque nel pieno della loro autonomia professionale, i rapporti con gli organi di stampa e informazione ed esercitano la loro attività nell'ambito delle prerogative riconosciute dal loro inquadramento". Allo stesso modo, l'Amministrazione "ha più volte detto ai tre dipendenti che si stanno valutando diverse opzioni logistiche per gli uffici, nell'ambito di un più ampio progetto di gestione degli spazi dell'Università, che peraltro non riguarda solo il settore comunicazione, ma molte altre strutture organizzative".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA