/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Violenza Donne: Ermal Meta come uomo sono spaventato dal mostro in me

Violenza Donne: Ermal Meta come uomo sono spaventato dal mostro in me

Parole toccanti alla prima tappa del tour dell' artista impegnato Fondazione Una Nessuna Centomila

ROMA, 06 aprile 2025, 19:04

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"In quanto uomo sono spaventato del mostro che dorme dentro di me. Perché io so che c'è, così come lo sente dentro di sé ogni uomo. Quando io e quella Fondazione di cui faccio fieramente parte, Una Nessuna Centomila ci riuniamo, nei laboratori ci chiediamo sempre 'Ma noi uomini cosa possiamo fare? cos'è che possiamo dire noi?'" è il toccante intervento che alla prima tappa del suo tour nei teatri all'Auditorium Parco della Musica, Ermal Meta, uno dei più attivi membri del Laboratorio Artistico della Fondazione Una Nessuna centomila - di cui è presidente onorario Fiorella Mannoia affiancata da Giulia Minoli, Lella Paladino e Celeste Costantino - ha fatto sulla violenza contro le donne con parole ferme e toccanti che hanno ricordato anche la sua storia personale. "Dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che dentro di noi c'è un cane che dorme. Il più delle volte è un lupo ed è spaventoso. Attraverso l'educazione, attraverso l'amore, attraverso il dialogo il più delle volte, la maggioranza delle volte in verità, riusciamo a tenerlo a bada. Riusciamo a non cedere a quel tipo di istinto, ma c'è. Inutile negarlo, c'è", ha proseguito Ermal Meta.
    Sul tema del consenso tanto dibattuto e sul quale la Fondazione è in prima linea ha dichiarato: "Un'altra cosa che mi spaventa è quando la vittima viene vittimizzata due volte. Quando la colpa è sempre sua. In quale percorso della nostra società si è interrotto qualcosa, dove si è spaccato qualcosa per colpevolizzare chi sta soffrendo? Per addossargli anche questo peso? Molti di voi conoscono la mia storia. Io ci sono passato, quando ero piccolo. Però adesso non sono più piccolo, adesso ho una figlia piccola che è la luce dei miei occhi. La mia domanda è: 'Ma io cosa posso insegnare a questa bambina? Ed è giusto insegnarle di non avere paura? perché a volte la pura è autoconservazione'. Io non ho una risposta a questa domanda, ma secondo me noi tutti insieme ce lo chiediamo forse ad una risposta ci arriviamo, ognuno nel suo piccolo. Di cosa bisognerebbe veramente avere paura? Di se stessi. Perché noi siamo capaci di qualsiasi cosa. Ognuno di noi così come siamo capaci del bene, siamo capaci anche del male. Dobbiamo decidere da quale parte della palizzata vogliamo cadere ogni volta.
    Cerchiamo di cadere dal lato della gentilezza. Dal lato del non irrimediabile perché si può essere irrimediabili anche a parole, non solo nei gesti. Le cose che più mi ricordo con dolore della mia vita non sono schiaffi, non mi hanno mai lasciato tanti lividi, ma sono le parole che più mi hanno accoltellato, che più mi hanno fatto sanguinare. Partiamo da quelle. A tutti i miei fratelli dico: 'Tenete gli occhi aperti, un occhio verso di voi e un occhio verso quella donna lì, quella ragazza, quella bambina lì. Perchè tutti insieme possiamo fare rete e la rete è il simbolo del salvataggio".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza