Dal fallimento a quartiere residenziale con parco archeologico. È la storia a lieto fine di Pedra Mea, complesso abitativo con vista sulla baia di Capo Caccia realizzato a Monte Carru, nell'agro di Alghero, la cui odissea ultratrentennale si è conclusa grazie al progetto di Botticelli Immobiliare. Oltre ad aver completato le urbanizzazioni e aver tirato a lucido le villette che dal promontorio dominano il golfo, il pool di esperti ha realizzato il "Parco comunale archeologico di Monte Carru" in un'area ceduta al Comune, all'interno della quale sono stati fatti interessanti ritrovamenti.
La novità, figlia di un investimento complessivo da 30 milioni di euro, è stata presentata a sorpresa in occasione di un evento programmato dalla Soprintendenza Archeologia, delle Belle arti e del Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro per le Giornate Europee dell'Archeologia. "Siamo fieri di restituire ad Alghero un nuovo quartiere residenziale, immerso nel verde e affacciato su Capo Caccia. Ma soprattutto - sottolinea Massimo Calogiuri di Botticelli Immobiliare - siamo orgogliosi di aver sovvenzionato gli scavi dei due nuraghi di Monte Carru. Oggi, anche grazie al nostro impegno e alla collaborazione tra pubblico e privato, il sito archeologico vede la luce".
Dei due monumenti riscoperti, uno a est e uno a ovest del quartiere residenziale, quello a est è il più interessante dal punto di vista archeologico: un nuraghe monotorre in trachite costituito da una tholos residua di 17 filari, la cui altezza interna è di 3,35 metri. Privo della chiusura sommitale, ha un corridoio visibile dall'esterno, un vano scala e tre profonde nicchie, una con sviluppo a L. I lavori sono stati seguiti dal pool della Soprintendenza con la direzione scientifica di Gabriella Gasperetti, sotto la responsabilità di Mario Paddeu e la consulenza tecnico-scientifica di Alessandra Lafragola e Luca Doro.
"Il nuraghe è facilmente raggiungibile da un sentiero di un centinaio di metri che parte dal parcheggio - riferisce Diego Masala, architetto algherese che ne ha seguito il restauro e la messa in sicurezza - I lavori ci hanno permesso di valutare la reale entità del sito, ben più complesso di quanto ci si aspettava e in base alle fonti. Abbiamo trovato reperti di rarissima importanza e individuato soluzioni costruttive non comuni - conclude - è una scoperta di straordinario valore, forse unica in tutta la Sardegna".
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