Mantenere il punto nascita a La Maddalena "ad oggi tecnicamente è impossibile e tra l'altro non abbiamo mai avuto nessuna richiesta di deroga. Questo punto non ha i requisiti, ma ovviamente poi la Regione può fare delle valutazioni su se e come potenziare. Noi dal canto nostro abbiamo aiutato tanti casi, aiuteremo anche La Maddalena".
Lo ha spiegato la ministra della Salute Beatrice Lorenzin al termine dell'incontro con le future mamme, protagoniste della "protesta delle pance", durante il sopralluogo all'ospedale Paolo Merlo. L'esponente del Governo ha ricordato che il presidio di La Maddalena "è all'interno di una fase di riorganizzazione, per questo abbiamo bisogno di capire alcuni elementi: in primo luogo se viene garantita un'assistenza alle mamme e ai bambini, se questo viene fatto in tutto l'arco dell'anno e se esiste un'assistenza suppletiva, il percorso nascita, il monitoraggio della gravidanza e di quello che succede dopo. Io - ricorda la ministra insistendo sulle condizioni di sicurezza da garantire durante il parto - porto ancora nel cuore le mamme morte d'infezione due anni fa a Natale".
La titolare della Salute si era già occupata di La Maddalena rispondendo ad un question time nel quale aveva ribadito che il punto nascita "si caratterizza per volumi di attività particolarmente bassi, 67 parti nel 2015". Numeri, aveva detto la Lorenzin, "che hanno portato la Regione, anche per la contemporanea assenza di 4 ostetriche su 5, a disporne la temporanea sospensione per motivi di sicurezza".
IL NODO DEI COLLEGAMENTI - Il tema della chiusura del punto nascita di La Maddalena, piuttosto che una questione di numeri, secondo la ministra riguarda il problema dei collegamenti, "del fatto che questa è un'isola nell'Isola". Ma non solo. In questo ragionamento rientrano anche "la capacità di far ruotare i medici e garantire un'assistenza specialistica e ambulatoriale, al di là dell'urgenza.
E' quello che lamentano le mamme che ci hanno dato alcuni spunti di approfondimento che faremo", assicura la titolare della Salute. "Vedendo i numeri di quest'isola anche durante il periodo turistico, è molto importante che il presidio ospedaliero di La Maddalena mantenga una sua vivacità di interventi - ha sottolineato l'esponente del Governo - e che che possa rafforzare interventi di urgenza per quanto riguarda l'ictus, quindi cardiologia e neurologia, sia una tempestiva capacità di intervento sul percorso nascita per garantire il massimo del percorso in sicurezza".
Secondo la Lorenzin, che ha allargato il discorso ad altri casi simili in Italia, devono essere le amministrazioni locali a riuscire ad integrare il servizio con un percorso di assistenza "reale", quindi "valutare caso per caso se c'è bisogno dell'elicottero o di una dotazione di specialisti o di una rete per l'urgenza pediatrica: ogni presidio ha una sua vocazione", ha chiarito la ministra.
SINDACO MONTELLA, LORENZIA 'APRE' A DEROGA - Il sindaco di Maddalena, Luca Carlo Montella, spera ancora nella riapertura del punto nascita attraverso la concessione di una deroga che però deve essere presentata e analizzata da un organismo tecnico ministeriale.
"La ministra della Salute non ha chiuso le porte alla presentazione delle deroghe ed è stata molto più possibilista di quanto non sia stata la Regione - spiega all'ANSA il primo cittadino dopo il sopralluogo della Lorenzin all'ospedale Paolo Merlo - nelle sue parole si è letta un'apertura, ma ora la palla va al Consiglio regionale". "L'auspicio - dice Montella - è che l'Assemblea, forte anche del possibilismo della ministra, possa emendare il provvedimento di riforma presentato dalla Giunta e quindi disegnare una rete ospedaliera che tenga in considerazione le nostre esigenze. Stesso discorso vale per la camera iperbarica".
Secondo il primo cittadino, La Maddalena vive in una sorta di limbo: "siamo in una posizione che non è né A e né B, ma una soluzione intermedia non è stata ancora disegnata. Tuttavia, come ha detto anche la Lorenzin, senza nulla non si può stare. Se poi ci sarà un eventuale potenziamento degli specialisti che turnano - prosegue il sindaco - vuol dire che si può partorire qui come a Olbia e che invece le urgenze vere potranno essere trasportate con l'elisoccorso".
ZANCHETTA, SOLUZIONE E' ELISOCCORSO - "La riapertura del punto nascita e la possibilità di garantire alle donne non a rischio di partorire a La Maddalena, si potrà concretizzare non appena verrà attivato il servizio di elisoccorso". Il percorso è stato ipotizzato dal consigliere regionale dell'Upc, Pierfranco Zanchetta, che insieme al leader del partito, Antonio Satta, ha organizzato la visita della ministra Beatrice Lorenzin all'ospedale Paolo Merlo.
La proposta potrebbe trovare una condivisione di massima anche tra i vertici della Asl unica, ma che è tutta da costruire. Secondo Zanchetta, "la funzione dell'elisoccorso - per il quale oggi sono scaduti i termini di partecipazione al bando, ndr - potrebbe rappresentare un elemento di garanzia che favorirebbe la riapertura del punto nascita per quei parti che si presentano normali".
Non solo punto nascita. La Lorenzin, ha ricordato Zanchetta, ha sollecitato la ripresa immediata della camera iperbarica, "che ha drasticamente ridotto l'attività per carenza di personale idoneo al suo funzionamento", e della pediatria, "oggi carente dopo il pensionamento del primario".
COMITATO MAMME, DELUSE DA MINISTRA - Le neo-mamme che hanno lottato contro la chiusura del punto nascita di La Maddalena in una battaglia ribattezzata la "protesta delle pance" non si ritengono soddisfatte della visita lampo della ministra Beatrice Lorenzin. "Le sue parole sono state tutt'altro che confortanti - dicono in un documento inviato all'ANSA - Ci saremmo aspettate una presa di posizione forte e risoluta nei confronti della maggioranza regionale invece si è limitata a dire che dalla Regione Sardegna non è arrivata nessuna richiesta di deroga e che allo stato attuale il punto nascite tecnicamente non può aprire.
Un intervento pleonastico, su una situazione che la collettività maddalenina conosce a memoria da mesi". La richiesta di una visita da parte dell'esponente del Governo, era "un grido di aiuto che non è stato compreso. La protesta costante da parte di un gruppo di mamme che ragionano probabilmente più di cuore potrebbe anche lasciare il tempo che trova. Ma come si spiega che c'è un'intera regione contraria alla politica sanitaria della maggioranza regionale?", si chiedono in riferimento alle polemiche nate attorno al riordino della rete ospedaliera che oggi è ritornata all'attenzione della Commissione Sanità in Consiglio regionale.
Dal ministro le neo-mamme avrebbero gradito "un'attenta valutazione nel merito: così si sarebbe resa conto che da una parte ci sono pochi addetti ai lavori, convinti di essere nel giusto e che continuano a testa bassa su una strada sempre più tracciata facendo finta di ascoltare i territori; dall'altra un'intera popolazione che boccia questo provvedimento. Avremmo voluto - concludono - che avesse ascoltato tutti i medici del nostro ospedale e non solo quelli di Olbia e l'assessore Arru e avremmo voluto che fosse stata super partes per tutelare i cittadini".
LE TAPPE DEL SOPRALLUOGO - E' iniziato poco prima delle 12 il sopralluogo all'ospedale Paolo Merlo di La Maddalena della ministra della Salute Beatrice Lorenzin, accompagnata dall'assessore alla Sanità della Regione Sardegna, Luigi Arru.
Il via con la visita al reparto di ostetricia, passando poi in oncologia, radiologia e laboratorio analisi. Durante il percorso ha fatto anche due chiacchiere con una donna incinta al nono mese e le ha chiesto come procedesse la gravidanza.
Al sopralluogo erano presenti il direttore generale della Asl unica regionale (Ats), Fulvio Moriano, il direttore sanitario Francesco Enrichens, il prefetto di Sassari Giuseppe Marani, il consigliere regionale dell'Upc, Pierfranzo Zanchetta, e il leader nazionale del partito, nonché presidente della Conferenza sociosanitaria della Gallura e sindaco di Padru, Antonio Satta.
La titolare della Salute si era già occupata di La Maddalena rispondendo ad un question time nel quale aveva ribadito che il punto nascita "si caratterizza per volumi di attività particolarmente bassi, 67 parti nel 2015". Numeri, aveva detto la Lorenzin, "che hanno portato la Regione, anche per la contemporanea assenza di 4 ostetriche su 5, a disporne la temporanea sospensione per motivi di sicurezza".
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