"Oggi è una giornata importante
perchè è stato fatto un lavoro grandissimo che è stato un
orgoglio per il nostro Paese, far vedere quello che siamo in
grado di fare per mettere in sicurezza i territori. E' chiaro
che a monte dobbiamo fare cultura ambientale perchè queste cose
non devono accadere".
Lo ha detto il viceministro dell'Ambiente e della Sicurezza
Energetica, Vannia Gava, intervenendo alle operazioni conclusive
per il trasferimento dal deposito ex Cemerad di Statte, nel
Tarantino, dei fusti contenenti anche materiali radioattivi.
La partenza dell'ultimo carico di 141 fusti è avvenuta alla
presenza, fra gli altri, del commissario straordinario per
l'attuazione dell'intervento di messa in sicurezza e gestione
dei rifiuti pericolosi e radioattivi Vera Corbelli, del
direttore dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nazionale
e la radioprotezione (Isin) Francesco Campanella,
dell'assistente esecutivo dell'amministratore delegato di Sogin
Mario Lazzari, del presidente di Nucleco Nadia Cherubini e dei
rappresentati di diversi enti coinvolti.
Complessivamente sono stati allontanati 16.640 fusti
contenenti sorgenti, filtri contaminati dall'evento Chernobyl,
rifiuti radioattivi prodotti da attività mediche, industriali e
di ricerca, che si trovavano all'interno di una struttura
fatiscente, raccolti dalla società Cemerad fra la metà degli
anni Ottanta e il 2000, quando il sito ormai abbandonato è stato
sottoposto a sequestro giudiziario da parte della procura di
Taranto.
La gestione in sicurezza delle attività di svuotamento e
bonifica del deposito Cemerad è stata a cura della Sogin, che si
è avvalsa operativamente della sua controllata Nucleco.
"Ora - ha aggiunto Gava - va fatta la caratterizzazione per
la struttura. Forse non va fatta nemmeno la bonifica, è tutto da
vedere. Ma l'intenzione è quella di ridare al territorio un
sito pulito e riutilizzabile".
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