"Bisogna iniziare un lavoro
certosino, un lavoro diretto, costante, attento che possono fare
la scuola, la famiglia, la parrocchia e la comunità cristiana.
Queste manifestazioni gettano nella vita di questi ragazzi un
seme che può essere coltivato specie se le agenzie educative si
mettono in gioco".
Lo ha detto don Aniello Manganiello,
sacerdote anti camorra che ha partecipato alla marcia per la
legalità organizzata a Trinitapoli, nel nord Barese.
L'iniziativa, che ha coinvolto studenti e studentesse di ogni
ordine e grado, è inserita nel festival della legalità voluto
come segnale in un paese in cui l'amministrazione comunale è
stata sciolta per infiltrazioni mafiose e che da due anni è
commissariato.
Il corteo, aperto dalla prefetta di Barletta-Andria-Trani,
Rossana Riflesso, assieme ai comandanti provinciali di guardia
di finanza e carabinieri e al questore, ha percorso le strade
del centro per terminare davanti al Comune.
Sulle spalle dei ragazzi le foto di chi ha sacrificato la
vita per affermare la legalità come Giovanni Falcone, Paolo
Borsellino, don Pino Puglisi e Boris Giuliano.
Tra le mani
manifesti con messaggi come 'La mafia ha più paura della scuola
che della giustizia', oppure 'Vedo, sento, parlo: no alla
mafia'.
"Protestare è un modo per farci sentire e dire che ci siamo
anche noi", ha confidato una studentessa. "Io sono qui perché la
mafia non mi piace", le fa eco Giorgio. "Noi ci siamo e siamo
accanto a tutti ma è evidente che molto sta alla cittadinanza -
ha detto la prefetta Riflesso - soprattutto in un territorio in
cui l'amministrazione è stata sciolta per mafia. E quindi molto
dipenderà dal voto che verrà espresso e che sceglierà chi potrà
governare questa città".
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