"Non è un semplice testo musicale composto nella tragedia di un lager ma è la testimonianza più preziosa e importante di quanto avveniva durante la Seconda guerra mondiale.
'Le crucifié' è una donazione importante per la storia e per la città di Barletta".
È quanto sostiene Francesco
Lotoro, pianista che ha svolto una ricerca che ha portato a
ritrovare 8mila partiture musicali scritte nei campi di
concentramento e in altri luoghi di cattività tra il 1933 e il
1953. Si tratta di 12mila documenti fra audiovisivi e diari e
3mila volumi di saggistica sul tema della musica
concentrazionaria a cui si aggiunge oggi il manoscritto "scritto
nel 1944 dal compositore polacco Aleksander Kulisiewicz nel
lager di Sachsenhausen", prosegue.
"Hanno crocifisso il figlio Czowice, hanno crocifisso un
bambino indifeso", è il racconto restituito dal documento che è
stato donato da Christof figlio di Kulisiewicz che Lotoro ha
raggiunto a Cracovia, città polacca da cui è tornato ieri. Il
musicista che era anche pittore "sopravvisse a quell'orrore,
perse la voce per gli esperimenti sul vaiolo a cui fu sottoposto
ma una volta libero, girò l'Europa definendo quei criteri che
sono fondamentali oggi per le mie ricerche", spiega Lotoro. Il
testo fu composto "su due pezzi di cartoncino attaccati tra loro
e in alto compare il numero di matricola di Kulisiewicz che in
calce si firmò con lo pseudonimo che usava come musicista prima
della guerra: Alikouli, acronimo di Aleksander Kulisiewicz",
continua Lotoro evidenziando che "il titolo è in francese perché
l'autore lo dedicò a un ragazzo francese ucciso da un militare
delle SS".
"Christof ci ha donato il manoscritto che sarà sottoposto a
un trattamento antiparassitario e successiva classificazione
nel materiale della bibliomediateca della fondazione Istituto di
letteratura musicale concentrazionaria di Barletta, precisa
Lotoro in attesa che nasca la cittadella concentrazionaria, per
preservare il patrimonio della musica scritta dagli internati
nei campi di concentramento.
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