Una coltellata al cuore ha ucciso Mamoud Diane, 19 anni, durante una rissa scoppiata ieri sera a Torino per motivi legati allo spaccio di droga.
Un omicidio avvenuto in strada, in via Monterosa, nel quartiere Barriera di Milano, alla periferia nord del capoluogo piemontese. Una zona difficile, dove la notte i pusher diventano padroni del marciapiede e i residenti si barricano in casa per paura di ritrovarsi coinvolti in episodi di violenza, sempre più frequenti in queste vie. Come è accaduto ieri.
La rissa è esplosa intorno alla mezzanotte, davanti a un bar aperto 24 ore su 24, all'angolo tra via Monterosa e corso Novara. Al culmine di una discussione che, secondo gli investigatori, non sarebbe legata al controllo della piazza di spaccio ma a un debito di droga mai saldato, due gruppi si sono affrontati a calci, pugni e bottigliate, seminando il panico.
Mamoud Diane, che ha la famiglia in provincia di Cuneo ma risultava irregolare sul territorio nazionale, viene accerchiato e aggredito. Cade a terra insieme a un altro giovane, suo connazionale. Spunta un coltello: Diane viene colpito da almeno due fendenti, uno al gluteo e quello mortale alla scapola sinistra. Nonostante le ferite, riesce ad alzarsi e a fuggire, ma si accascia poco dopo, a qualche centinaio di metri, in una pozza di sangue, davanti a un portone, all'altezza del civico 18.
Dai balconi, alcuni residenti assistono alla scena e chiamano i soccorsi, mentre i partecipanti alla rissa - compreso l'assassino - si dileguano rapidamente. A terra restano il corpo senza vita di Diane e l'altro giovane, ferito ma non da arma da taglio. Sul posto intervengono gli agenti della polizia, i militari dell'Esercito impegnati nel pattugliamento del territorio e i sanitari del 118.
"Ho sentito urlare e mi sono affacciata", racconta una residente di via Monterosa. "C'erano tante persone che correvano e gridavano. Ho visto un ragazzo scappare, altri cercavano di proteggerlo", continua. "Lo hanno poi raggiunto, portato dietro un furgone e picchiato a calci e pugni, nonostante fosse già a terra. Mi era sembrato che la situazione si fosse calmata, ma poi sono arrivati la polizia e l'ambulanza. A quel punto io e mio marito abbiamo capito che era successo qualcosa di grave".
"Abito qui da oltre vent'anni. Fino a pochi anni fa era una zona tranquilla. Ora si spaccia giorno e notte. La sera è un inferno. Si lanciano bottiglie, non ne possiamo più", aggiunge la stessa donna, ancora scossa per quanto accaduto sotto casa sua.
A Torino ora è caccia all'uomo. Le indagini sono affidate alla Squadra mobile, coordinata dal dirigente Davide Corazzini, della questura del capoluogo piemontese. Gli agenti hanno già ascoltato diversi testimoni e stanno acquisendo i filmati delle telecamere di videosorveglianza. Anche l'altro giovane ivoriano rimasto ferito è stato ascoltato dalla polizia, ma per il momento non ha voluto raccontare nulla sulla rissa.
Dai primi riscontri sarebbe emerso che all'origine dello scontro c'era proprio un debito di droga non saldato.
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