Una presunta estorsione a 'luci
rosse'. Di questo si è parlato oggi in tribunale a Torino in un
processo che vede due coniugi sul banco degli imputati con
l'accusa di avere preteso (e ottenuto) del denaro da un loro
conoscente con un ricatto implicito: doveva cessare di
manifestare le proprie simpatie alla donna.
Il caso risale al 2022, si è svolto in una cittadina della
provincia torinese ed è emerso quando la presunta vittima, un
commerciante di ortofrutta (ora parte civile con l'avvocato
Davide Diana), si è presentato ai carabinieri. "Volevo solo
chiedere un consiglio perché mi sentivo perseguitato ed ero allo
stremo delle forze. - ha ricordato oggi l'uomo in aula - Il
maresciallo mi ascoltò e mi disse che quella era un'estorsione
in piena regola e che doveva formalizzare una denuncia. Ero
molto preoccupato. Ma adesso, a posteriori, non posso fare altro
che ringraziarlo".
Il commerciante ha detto che conosceva da tempo il marito
della donna, un compaesano al quale affidò dei lavori di
ristrutturazione della casa. "Anche lei - ha detto - qualche
volta mi chiedeva delle piccole somme. Col tempo nacque
un'amicizia. Non nego che peccai di debolezza. Ma tra noi non ci
fu mai niente". Dalle chat risulta che la donna gli mandò delle
proprie fotografie in atteggiamenti intimi. "Poi arrivò il
marito, mi disse che aveva saputo tutto, che io ero sposato, che
ci stavamo tutti rovinando la vita e che, in definitiva, voleva
dei soldi". In un'occasione il commerciante avrebbe versato 15
mila euro.
Secondo i carabinieri che svolsero le indagini il denaro
veniva utilizzato per acquistare e consumare cocaina. L'accusa
in aula è sostenuta dal pm Paolo Toso.
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