Inserire l'obbligo di soccorso
all'irrigazione nei momenti più critici nei capitolati di gara
per le concessioni dei grandi bacini idroelettrici delle valli
torinesi. Lo chiede la Coldiretti torinese in occasione delle
gare per il rinnovo delle concessioni di produzione energetica
da grandi derivazioni idroelettriche che la Regione Piemonte sta
predisponendo.
Coldiretti ricorda l'accordo firmato l'anno scorso con Iren
per il rilascio di 6 metri cubi al secondo di acqua dalla diga
idroelettrica del lago di Ceresole Reale. Il provvedimento ha
consentito di alimentare i canali irrigui di pianura che non
riuscivano più a derivare a causa dell'asciutta del torrente
Orco. In questo modo è stata portata a termine la maturazione
dei raccolti per 5.500 agricoltori su 8.500 ettari terreni nel
Canavese.
"La Regione ha finalmente l'opportunità di applicare il
principio dell'uso plurimo delle acque - osserva il presidente
di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - Non vogliamo scippare
l'acqua a nessuno ma stabilire il principio che se l'acqua viene
trattenuta a monte deve servire anche a valle per salvare la
produzione di cibo. Del resto, nella gerarchia dell'uso della
risorsa idrica al primo posto c'è l'utilizzo potabile ma al
secondo posto c'è quello agricolo. Pensiamo che in base a questo
principio, i concessionari idroelettrici possano venire incontro
alle esigenze dell'agricoltura".
I grandi bacini idroelettrici del Torinese - ricorda
Coldiretti sono in alta valle Orco, valle di Viù sulla Stura di
Lanzo e in valle di Susa, gestiti da grandi società come Iren ed
Enel Green Power. Ma anche In val Chisone sono presenti bacini
di media dimensione gestiti da altre società.
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