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Omicidio a Milano, il fermato ha mangiato e dormito nella casa

Omicidio a Milano, il fermato ha mangiato e dormito nella casa

Il 28enne davanti al gip, non ricorda di avere ucciso domestico

MILANO, 23 aprile 2025, 20:27

Redazione ANSA

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Interrogatorio di garanzia, oggi a Milano, per Dawda Bandeh, il 28enne di origini gambiane fermato la sera di Pasqua all'interno di una villa di via Randaccio con l'accusa di avere strangolato il collaboratore domestico dei proprietari di casa. L'uomo, apparso tranquillo davanti al gip Domenico Santoro, ha ammesso di essere entrato nell'abitazione e di avere trascorso lì diverse ore mangiando e dormendo, ma di non ricordare nulla dell'omicidio del 61enne Angelito Acob Manansala.
    È probabile che il legale del 28enne, l'avvocato Federica Scapaticci, chieda una perizia per stabilire se il suo assistito sia capace di intendere e di volere. La decisione del gip sull'arresto è attesa nelle prossime ore.
    Prosegue intanto il lavoro degli investigatori della Questura di Milano che domenica sera hanno fermato Dawda Bandeh all'interno della villa, dove probabilmente era entrato per rubare. A chiamare il 112 il proprietario, un cittadino israeliano di 52 anni, che al rientro da una breve vacanza ha trovato la porta di casa aperta e, all'interno, il giovane gambiano e il domestico filippino morto. Solo poche ore prima il 28enne era stato bloccato dai carabinieri per un altro tentativo di furto e poi rilasciato su disposizione dell'autorità giudiziaria.
   

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