Il ddl Salva Milano "non è un salvacondotto o un liberi tutti". Lo sottolinea il sindaco di Milano Giuseppe Sala intervenendo in audizione alla commissione Ambiente del Senato, che discute la norma che dovrebbe aiutare la città a uscire dall'impasse dopo le inchieste della procura su presunti abusi edilizi.
A chi teme che questa legge possa essere una specie di sanatoria il sindaco replica che, "ho letto a volte ambiguità nell'interpretazione, ma dico che tutti i Comuni italiani restano vincolati ai limiti" delle leggi statali e regionali "e alle decisioni dei Consigli comunali, quando hanno fatto programmazione urbanistica".
"Il dibattito alla Camera" sulla norma Salva Milano "che abbiamo seguito - ha detto ancora Sala - è stato esaustivo e riteniamo che il provvedimento così andasse bene, non posso entrare nelle vostre considerazioni". "L'approvazione alla Camera è arrivata dopo mesi di lavoro, ero sorpreso sul fatto che ci potesse essere ancora una discussione ma questo è il vostro ruolo - ha aggiunto -.
Riteniamo che quanto approvato alla Camera possa funzionare e sia in linea con i chiarimenti che abbiamo richiesto. Dopo tutto il lavoro fatto ci aspetteremmo di arrivare a una conclusione".
Il rischio è infatti che se ci dovessero essere delle modifiche al testo in Senato la norma dovrà tornare alla Camera per una nuova approvazione.
"Auspico si trovi una convergenza nel dare un parere - ha detto il sindaco -. La mia massima preoccupazione è per i dirigenti e i funzionari del Comune che oggi rischiano di avere problematiche sulla giustizia". "I primi due dirigenti del Comune rinviati a giudizio hanno la colpa di avere applicato le regole stabilite negli anni, sono anche in pensione e sono persone che io conosco da quando facevo il direttore generale del Comune - ha concluso -. Pongo una attenzione molto profonda, sono persone che per 40 anni hanno lavorato per il Comune e adesso hanno un rinvio a giudizio".
"Non abbiamo mai fatto nessun favore a nessuno - ha sottolineato Sala - e non c'è nessun sospetto sul fatto che qualcuno dei dirigenti abbia avuto qualche interesse personale in materia". Il sindaco ha ricordato il blocco dell'edilizia a Milano e ha ripetuto alcune cifre che fanno comprendere le conseguenze, come quella dell'incasso degli oneri di urbanizzazione.
"Segnalo che il Comune ha visto nel 2024 una drastica riduzione degli introiti parliamo di 165 milioni in meno per il bilancio del Comune - ha ricordato il sindaco di Milano -. Il perdurare di questa situazione può produrre conseguenze di carenza cronica di fondi anche dopo il mio mandato".
È stata poi stimata la perdita di 3mila posti di lavoro e inoltre ci sono "alcune centinaia di famiglie che non possono fare il rogito perché i notai non li fanno - ha detto - e quindi non possono entrare nelle loro case".
"La situazione è bloccata, è ovvio che noi non siamo sordi ai richiami che vengono fatti e non ci siamo messi in una difesa granitica di quello che abbiamo fatto, anche se agiamo così da 13 anni - ha concluso -. Abbiamo già avviato i lavori per un nuovo Pgt che dovrà considerare ciò che la Procura ha detto".
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