Una bara di legno chiaro, ricoperta
di fiori bianchi, portata fuori dalla chiesa nel silenzio rotto
dai canti degli scout, le mani battute a ritmo di musica. A
sottolineare che Chiara, una di loro, resterà scout per sempre.
Sono stati toccanti, questo pomeriggio nella chiesa parrocchiale
di Tavernola, borgo alle porte di Como, i funerali di Chiara
Rossetti, la ragazza di 16 anni uccisa da un albero all'alba di
martedì nel Bresciano, durante il campo degli scout dell'Agesci.
A darle l'addio, a stringersi attorno ai genitori, al fratello
e alla sorella, centinaia di persone per contenere le quali la
chiesa non è bastata. A concelebrare il rito, una dozzina di
sacerdoti con il parroco don Roberto Bartesaghi. Nelle prime
file, gli scout del gruppo di Chiara, in divisa, mentre altri
erano all'esterno schierati in gruppo. All'interno della chiesa,
niente fotografie e niente riprese video, per non rompere
l'atmosfera di raccoglimento e di preghiera. Erano presenti il
sindaco di Como Alessandro Rapinese e quello di Corteno Golgi,
Ilario Sabbadini,.
"Chiara era una ragazza tanto generosa, anzi, troppo" ha detto
il parroco nell'omelia, che ha spiegato l'affermazione: "Troppo
perché voleva bene a tutti, sempre e subito". "L'ho conosciuta
con un viso grande e sorridente e la saluto oggi, da
responsabile del gruppo scout, con il viso sempre più
sorridente". Durante la messa è stato letto un messaggio del
vescovo, cardinale Oscar Cantoni, che martedì si era recato
personalmente a dare conforto ai parenti e agli scout: "Abbiamo
versato tante lacrime, in questi giorni di dolore, a cominciare
dai ragazzi scout che hanno assistito da vicino alla tragica
fine di Chiara. Questa celebrazione eucaristica è un evento
trasformante, dove le lacrime si impreziosiscono, acquistano un
nuovo significato, così da diventare motivo di gioia e di
consolazione".
La celebrazione è stata accompagnata dai canti degli scout:
alcuni di loro hanno preso la parola al termine della messa per
il loro ricordo di Chiara. All'uscita sul sagrato della chiesa,
tantissima gente, tanto che i genitori e i fratelli di Chiara
sono rimasti a lungo, per ricevere il conforto di parenti, amici
e parrocchiani, uno per uno.
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