Il russo Ildar Abdrazakov conosce
la storia del suo Paese e quando parla dello zar Boris Fedorovic
Godunov, che regnò su 'tutte le Russie' dal settembre 1598
all'aprile del 1605, racconta quello che i libri dicono del
personaggio che lui interpreta nell'opera di Musorgskij che il 7
dicembre inaugurerà la stagione della Scala.
"La storia ci dice - spiega il celebre basso - che Boris
voleva bene al suo popolo, voleva dargli ricchezza e case, ma il
popolo aveva sempre nuovi bisogni. Inoltre quello del suo regno
fu un periodo terribile dal punto di vista economico,
soprattutto per quei tre anni tremendi di carestia (fra il 1601
e il 1603, ndr), quando nei campi non cresceva l'erba. E fu un
disastro. Per questo il mio Boris è un Boris con l'anima e con
il cuore, ma con il rimorso di aver ucciso un bambino, e questo
pensiero è costante, infatti quando parla senti sempre la
presenza di una lontana angoscia, che poi pian piano cresce e
diventa sempre più ingombrante, fino a farlo impazzire e alla
fine muore. Nella storia Boris muore per un ictus, ma nell'opera
viene ucciso".
In realtà la colpevolezza di Boris Godunov nell'uccisione
dello zarevic Dimitrij non è mai stata provata a livello
storico, ma "la sua personalità morale, anche più della sua
personalità politica - afferma l'Enciclopedia Treccani - ha
destato sempre l'interesse degli storici, che dapprima vedevano
in lui un malvagio e solo nel XIX secolo tentarono una
riabilitazione".
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