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Agguato Brescia, procuratore: 'Ottimista su esito inchiesta'

Agguato a brescia

Agguato Brescia, procuratore: 'Ottimista su esito inchiesta'

Sulla vicenda si starebbe allungando l'ombra dell'usura

MILANO, 12 agosto 2015, 10:30

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Stiamo indagando a 360 gradi, ogni conclusione per ora è prematura ma sono abbastanza ottimista sul buon esito dell'inchiesta". Lo ha detto il procuratore di Brescia Tommaso Buonanno parlando dell'agguato costato la vita martedì mattina a Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari, titolari di una pizzeria 'Da Frank' a Brescia. Sulla vicenda si starebbe allungando l'ombra dell'usura. In Questura a Brescia sarà ascoltato il fratello di Francesco Seramondi, Claudio, effettivo titolare della pizzeria teatro dell'omicidio.

I killer hanno sparato e ucciso sotto l'occhio elettronico delle telecamere interne alla pizzeria. Nelle immagini, poco nitide, si vedono i due malviventi ma non si riconoscono in viso perché coperti con un casco integrale. Solo uno avrebbe sparato con un fucile a canne mozze raggiungendo prima la moglie e poi il marito. In questi giorni davanti alla pizzeria da asporto tantissime persone hanno portato mazzi di fiori e messaggi in ricordo dei due titolari, punto fisso delle notti dei giovani bresciani ora sotto sequestro.

Nonostante il fatto di sangue non ha invece chiuso la seconda pizzeria di proprietà della famiglia Seramondi, nel quartiere cittadino di San Polo. "Frank era come un papà per me, ma abbiamo deciso di non fermarci perché lui e la moglie Vanna avrebbero voluto così", ha detto un dipendente di origini pakistane che da dieci anni lavora per la famiglia. Resta invece in silenzio con la stampa un altro dipendente, il pizzaiolo di 42 anni, albanese, rimasto ferito in un agguato un mese fa quando é stato raggiunto da alcuni colpi di pistola esplosi da un'auto mentre, alle 5 del mattino, al volante della sua vettura stava andando a lavorare proprio "Da Frank".

Un episodio attorno al quale ruotano le indagini degli inquirenti che hanno ascoltato nel pomeriggio l'extracomunitario. E' l'ennesimo interrogatorio dopo che finora non sarebbero emersi elementi importanti. "Siamo disperati anche noi" ha detto barricata nel suo appartamento a Roncadelle la moglie del pizzaiolo albanese. La figlia dell'uomo ha invece assicurato: "Non abbiamo paura perché non abbiamo nulla da nascondere".

Gli agenti della squadra Mobile guidati da Giuseppe Schettino hanno interrogato anche il figlio delle vittime, Marco, che con lo zio Claudio Seramondi è proprietario effettivo della pizzeria Da Frank. Questo perché i coniugi Seramondi avevano alle spalle un paio di avventure imprenditoriali finite con il fallimento. Proprio i conti di famiglia della coppia e dell'attività sono al vaglio degli inquirenti.

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