Condanne per oltre 160 anni di
carcere per 13 imputati. Sono le richieste fatte dal sostituto
procuratore Marco Zocco della Direzione distrettuale antimafia
di Genova nell'ambito dell'inchiesta che aveva sgominato una
organizzazione che importava droga dal Sudamerica al porto di
Vado Ligure (Savona). L'inchiesta era deflagrata nel 2023 e
aveva portato a diversi arresti, tra cui alcuni ritenuti legati
alle cosche calabresi. Secondo gli investigatori della guardia
di finanza, il gruppo avrebbe messo in piedi una associazione
che si occupava dell'importazione di cocaina e hashish.
L'associazione aveva strutture e mezzi modificati con i quali
trasportare la droga, telefoni cellulari criptati collegati a
server francesi usati anche dall'interno del carcere dove alcuni
erano detenuti. Secondo quanto accertato l'associazione forniva
gli stupefacenti ad altre bande criminali spedendoli via nave in
Italia, con destinazione il porto di Vado Ligure, dove era
organizzato un servizio di recupero e distribuzione dei carichi
di droga. A facilitare il recupero dei carichi anche un
dipendente di una società di trasporto merci. I carichi, secondo
l'accusa, venivano procurati da Mario Palamara, considerato un
narcotrafficante della 'ndrangheta, che dalla latitanza
procurava i carichi di coca. Agli imputati sono contestati
almeno 42 episodi di acquisto, detenzione e cessione e
importazione dal Sud America di cocaina per oltre 180 chili,
hashish e marijuana per 110 chili e due tentativi di importare
ed acquistare oltre 200 chili di cocaina e 300 chili di hashish.
Le pene più alte, nel processo con rito abbreviato, sono state
chieste per Giovanni Roccadoro, Fabio Mazzarello e Christian Di
Staso (20 anni). E poi, per Alessandro Pronestì (16 anni),
Carmine Insolito (10 anni e otto mesi).
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