Dopo quattro settimane di addestramento, la portaerei Cavour approda al porto di Civitavecchia giovedì sera.
Marinai e anche universitari
attendono di uscire dall'hangar e di toccare la riva laziale.
"Ci vediamo tra un mese", si dicono tra colleghi, mentre qualche
studente ha le lacrime agli occhi perché ha già nostalgia del
tempo trascorso in mare.
La nave è giunta al termine della sua
attività nel Mediterraneo centrale nell'ambito
dell'esercitazione Mare Aperto che formalmente si concluderà il
27 maggio. Circa 10mila militari di 22 nazioni, di cui undici
appartenenti alla Nato, oltre 100 tra navi, aeromobili,
sommergibili e veicoli non pilotati per quella che è
"l'esercitazione più grande mai realizzata nel Mediterraneo",
come spiegato dal capo di Stato Maggiore della Marina Militare,
Enrico Credendino, a bordo del Cavour davanti ai giornalisti
imbarcati per un giorno sulla portaerei, dopo aver visitato la
fregata Carabiniere e il pattugliatore Morosini. "Un successo
straordinario", è il bilancio al termine di queste settimane. "I
tempi sono cambiati e dobbiamo adeguarci", sottolinea poi
l'ammiraglio che spiega anche come le navi nel Mar Rosso siano
impegnate a proteggere il traffico mercantile. "Per farlo hanno
abbattuto droni lanciando missili, sparando colpi di cannone,
cosa che non è mai successa nella nostra Marina dalla seconda
guerra mondiale", racconta.
Insieme a Credendino, anche il suo omologo francese, Nicolas
Vaujour. L'addestramento si è svolto, infatti, contestualmente
all'esercitazione francese Polaris che ha visto impegnata la
portaerei Charles de Gaulle con la fregata italiana Carabiniere
nel gruppo di scorta. Imbarcazione che lo scorso 4 maggio ha
assunto la flagship del Comando del Gruppo di Scorta della Forza
Marittima Europea. "Il livello di cooperazione raggiunto con la
Francia può essere d'esempio per le altre marine europee - ha
sottolineato Credendino parlando di 'intercambiabilità' - stiamo
lavorando in maniera integrata, connessa, congiunta".
L'ammiraglio ribadisce più volte che "oggi nessuno può fare
niente da solo" ed è per questo che "dobbiamo cooperare".
L'esercitazione pianificata e condotta dal Comando in Capo
della Squadra Navale della Marina Militare ha visto a bordo
anche la presenza di 65 universitari - tra docenti e studenti -
di 15 atenei italiani che hanno collaborato con lo staff sulla
nave. Giurisprudenza, scienze della comunicazione, cybersecurity
sono alcuni dei corsi di laurea frequentati dai ragazzi sul
Cavour che hanno partecipato all'addestramento, proponendo idee
e contenuti in base allo scenario che faceva da sfondo alla Mare
Aperto. Uno scenario - con nominativi, codici e formazioni -
disegnato, per esempio, sui vetri della plancia del Morosini, il
secondo dei sette pattugliatori polivalenti d'altura che può
svolgere compiti di carattere militari così come di protezione
civile, che ha salutato il Cavour nella sfilata delle
imbarcazioni.
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