"Flaiano diceva: 'Roma ti frega perché assolve".
Lo ricorda Enrico Vanzina in Era Roma, il documentario di Mario Canale, al debutto alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nelle Giornate degli Autori.
E' un viaggio immersivo fra inizio anni '60 e fine anni
'70, in cui la capitale era un punto di riferimento
internazionale per l'arte e la sperimentazione, tra cinema, arti
visive, musica. Un periodo iniziato con gli anni del boom e
terminato dopo il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro.
Percorsi che nel nel film non fiction (prodotto da Archivio
Orme, Surf Film e Luce Cinecittà, che cura anche la
distribuzione) sono tessuti da immagini dal passato di
performance artistiche e teatrali, dalle cantine off a storiche
gallerie come La tartaruga, dal Piper al Folkstudio, da film
(come Accattone di Pasolini, Umano non umano di Mario Schifano,
Anna di Alberto Grifi, Sotto il segno dello scorpione dei
fratelli Taviani, Partner di Bernardo Bertolucci) e soprattutto
da un puzzle di interviste recenti e d'archivio, con alcuni dei
protagonisti e testimoni della scena artistica (e non) di quegli
anni. Un racconto che comprende Bertolucci, Silvano Agosti,
Marco Bellocchio, Luciana Castellina, Carlo Verdone, Nanni
Balestrini, Marina Cicogna, Mario Schifano, Titina Maselli,
Alberto Moravia, Renzo Rossellini, Ennio Morricone, Alberto
Grifi, Marina Cicogna, , Achille Bonito Oliva, Lou Castel, Paola
Pitagora, Roberto Faenza, Manuela Kustermann, Giuliano Montaldo,
Adriano Panatta, Paolo e Vittorio Taviani.
Un viaggio 'commentato' anche da un brano di una vecchia
intervista con Giulio Andreotti: "La cinematografia, il teatro,
la musica in quegli anni facevano capo alla presidenza del
Consiglio - ricordava -. Io da sottosegretario mi occupavo di
questo, anche con una certa difficoltà. E' un mondo che va
capito bene e si possono fare anche degli errori". Torniamo così
al fermento di esperienza, come la nascita del gruppo '63, di
cui facevano parte fra gli altri, Nanni Balestrini, Umberto Eco,
Alberto Arbasino, Angelo Guglielmi, ai 'divi' della pop art
italiana, da Carmelo Bene e Benigni a 'follie' come il festival
della poesia di Castelporziano.
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