"Siamo una delle nazioni più
marittime di Europa, vogliamo nei prossimi anni arrivare a
essere la prima ed è evidente che questo vuol dire anche fare
uno sforzo di qualità e capire che quando si fanno sistemi
digitali bisogna usare tecnologie di carattere militare, non è
più pensabile andare a comprare tecnologie sui mercati aperti
open source, perché il rischio più grosso che noi a oggi abbiamo
con la digitalizzazione è la resilienza dei sistemi". Lo ha
detto il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo
Rixi, al termine di un incontro al Porto di Trieste con il
viceministro ungherese agli Affari esteri e commercio, Levente
Magyar.
"Gli attacchi hacker", ha precisato, sono un tema che "ci
preoccupa molto": "sono aumentati negli ultimi 5 anni del 300%
annualmente non solo sui porti, sulle ferrovie e su tutti i
sistemi di trasporto, quindi è chiaro che bisogna cambiare
questo paradigma".
"Noi andremo verso una forte digitalizzazione del settore -
ha aggiunto Rixi - è chiaro che i porti e tutto il sistema
logistico nazionale sono un obiettivo sensibile, quindi
bisognerà adeguare la sicurezza dei nostri sistemi alle nuove
esigenze mutate nel contesto internazionale. Per questo per noi
è fondamentale, anche a livello europeo, far capire come in
Europa, che oggi ha le frontiere Est chiuse, il sistema
marittimo è l'elemento che determina lo sviluppo del continente.
Proteggerlo dal punto di vista informatico e fisico è
fondamentale". In generale, "la digitalizzazione ci aiuta a
efficientare la linea logistica ma ce la rende più debole nei
confronti degli attacchi hacker che siano russi, pachistani o di
altre nazioni è poco importante".
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