"L'Emilia-Romagna ha dimostrato sempre attenzione al fenomeno dell'illegalità, ciononostante il distretto emiliano-romagnolo non è immune a questo fenomeno. Qui le mafie di terza generazione hanno trovato un humus fertile.
Molte persone hanno aderito alle mafie non per paura, ma per convenienza economica e per questo il rispetto del codice etico è un importante punto di partenza". Lo ha detto Lucia Musti, procuratore generale reggente a Bologna, intervenendo all'apertura della quarta edizione della 'Settimana della legalità', iniziativa organizzata da Assemblea legislativa, Regione Emilia-Romagna, Anci e Upi Emilia-Romagna, con Comuni, associazioni e scuole per parlare di cittadinanza attiva, esperienze e buone pratiche, per riconoscere e contrastare le mafie.
Il primo appuntamento è stato dedicato al concorso 'Conoscere per riconoscere. Il ruolo dei futuri professionisti contro la criminalità organizzata', organizzato in collaborazione con l'Associazione culturale antimafia Cortocircuito (coordinata da Elia Minari), che ad oggi ha visto la partecipazione di 2.700 studenti e studentesse. I saggi che hanno realizzato sul tema del contrasto alle mafie e della legalità saranno raccolti in un libro.
In apertura ha portato il suo saluto la presidente dell'Assemblea legislativa Emma Petitti: "Inauguriamo la quarta edizione della Settimana della legalità in un contesto particolare, prima la pandemia, poi il conflitto in Ucraina, e il rischio di infiltrazioni criminose è altissimo. Per questo dobbiamo sostenere ogni giorno chi si batte per prevenire ed estirpare la presenza e il consolidamento di mafie e criminalità organizzata, con l'impegno di tutti, istituzioni e cittadini, per il rispetto e la promozione della legalità e del convivere civile".
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