Nasce a Sant'Angelo in
Vado un patto tra i sindaci delle Città del Tartufo delle
Marche. Un modello di cooperazione e un quadro di azione
orientati a valorizzare un territorio particolarmente vocato per
il tartufo bianco e per altre tipologie che fanno delle Marche
una regione del tartufo 'tutto l'anno'. Nelle Marche operano
circa 16mila cercatori di tartufo, 1.677 tartufaie controllate e
coltivate per un totale di circa 3.300 ettari di terreno
agricolo impegnato. "Siamo di fronte a una sfida importante per
il nostro territorio che deve diventare la destinazione del
turismo enogastronomico legato al tartufo a livello nazionale e
internazionale - ha detto Il sindaco di Sant'Angelo in Vado,
Stefano Parri, aprendo l'iniziativa 'Tartufo delle Marche, quale
Futuro'. Un traguardo possibile da realizzare con una
progettualità comune, facendo sistema, attraverso una strategia
condivisa con la Regione Marche e non con misure spot che
riteniamo inefficaci".
Con un valore di mercato nazionale di circa 200 milioni di
euro, 73 mila cavatori coinvolti, il tartufo ha un alto
potenziale per lo sviluppo delle aree interne, in connessione
con molteplici tipologie di attività turistiche è emerso nel
talk "Turismo enogastronomico come driver di sviluppo: quali
strategie?" a cura di Fabio Musso, Prorettore a Terza Missione e
Public Engagement, docente di Economia e gestione delle imprese
- Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e Elena Viganò,
Prorettrice alla Sostenibilità e valorizzazione delle
differenze, docente di Economia agraria, alimentare ed estimo
rurale - Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Nel 2023 più
di 22 milioni di turisti italiani hanno scelto tour dedicati
all'enogastronomia con una spesa complessiva di circa 5,8 mln di
euro e con un impatto economico di circa 40 milioni di euro. "Il
turismo che sta emergendo in questi anni - ha dichiarato Musso -
è più attento alla ricerca di esperienza, alla scoperta delle
realtà con tradizioni locali, tra cui quelle legate alla
gastronomia, alla partecipazione attiva, all' esperienza di
rapporto con la natura, quindi antitetico al classico turismo
nelle città d'arte e balneare. Un fenomeno in crescita che
rappresenta una grande opportunità per tutti i territori delle
nostre aree interne che devono valorizzare al meglio le proprie
caratteristiche distintive, e che possono riuscire ad attrarre
quel tipo di interesse". Per questo "Una promozione adeguata può
favorire la costruzione di una reputazione riconosciuta a
livello internazionale". "Il 2025 sarà l'anno della svolta - ha
sottolineato il sindaco di Acqualagna, Pier Luigi Grassi - per
capire quale ruolo avrà il tartufo nell'economia regionale. La
parola chiave è cooperazione: insieme ai sindaci vogliamo creare
delle sinergie, percorsi organizzati che comprendano tutti i
nostri territori mettendo in risalto i nostri borghi, nonché le
bellezze storiche e culturali attraverso il Tartufo che fa da
volano e da traino. Il tartufo, dal bosco alla tavola, offre un
viaggio nella cultura, tra i valori e i sapori di questi
territori che si distinguono con un patrimonio ricchissimo. Solo
mettendoci insieme possiamo ambire a un risultato più grande. La
Regione ha la capacità di mettere a disposizione gli strumenti
innovativi che ci possano permettere di crescere e affrontare
insieme anche nuovi tipi di turismo, molto più organizzati e
attenti alla qualità e alla sostenibilità". Confermati i fattori
di rischio legati alla stagione di raccolta del tartufo, che nel
2024 ha vissuto il suo anno horribilis: cambiamento climatico,
stress degli ecosistemi boschivi, competizione per l'uso del
suolo a favore di altre produzioni o gli incendi tra i problemi
che mettono a rischio la reperibilità della risorsa in futuro.
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