Al Rione Sanità di Napoli, dove si è recato dopo la firma del "patto" al Maschio Angioino, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha visitato la Basilica e le catacombe di San Gaudioso.
Il premier è stato accolto dal vescovo ausiliare di Napoli, Gaetano Castello e dal parroco Antonio Loffredo, in abiti civili, da Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud, e dai diversi volontari.
L'
orchestra giovanile "Sanitansemble" ha eseguito l'inno nazionale
ucraino, in onore di un gruppo di 15 rifugiati accolti da
famiglie del Rione, e l' Inno di Mameli. c'è stato anche una
piccola esibizione di bambini ucraini. Il premier ha
successivamente visitato le catacombe di San Gaudioso, che sono
parte del complesso archeologico situato al di sotto della
Basilica, affidate ai giovani della cooperativa "La Paranza".
Prima di lasciare la Basilica, il premier si è soffermato anche
davanti al Presepe in stile seicentesco allestito nella
Sacrestia dai fratelli Scuotto ed ha ricevuto in dono un angelo
moro.
"Il modello Sanità dimostra, in modo inequivocabile, che nel
lavoro di inclusione sociale, di valorizzazione dei beni comuni,
soprattutto in alcuni territori, vi è la vera premessa dello
sviluppo" sottolinea Borgomeo. "Sono necessari finanziamenti, ma
la storia del nostro Sud ci insegna che questi vanno associati a
investimenti sulla fiducia, sul protagonismo dei giovani e delle
comunità locali, sulle organizzazioni di Terzo Settore". "Le
Catacombe sono state visitate da Capi di Stato, non solo
italiani, dal segretario generale delle Nazioni Unite, oggi dal
presidente del consiglio ma soprattutto da migliaia e migliaia
di persone che si sono appassionate a una storia di
rigenerazione urbana che si è compiuta attraverso il
"ricongiungimento familiare" di una comunità con il suo
patrimonio storico, artistico e religioso. Ma a contare davvero
- dice padre Loffredo - è l'impatto sociale, percepibile in modo
visibile dal rafforzamento sia del senso di appartenenza,
mostrato ogni volta che il Rione Sanità ha dovuto affrontare i
giorni difficili che in questi anni non sono mancati, sia della
rete invisibile di relazioni che sostiene innumerevoli
iniziative per i più fragili, i più deboli".
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