Sono sbarcati in Italia i
sette marittimi italiani rimasti in Cina su una delle due navi
da carico bloccate per una disputa commerciale durata oltre
sette mesi. Tra loro Tommaso Scotto di Perrotolo, macchinista
originario di Procida, che con gli altri sei connazionali è
arrivato nella mattinata a Roma con un volo proveniente da
Pechino, ha raggiunto Napoli con un'auto della compagnia di
navigazione napoletana proprietaria della Antonella Lembo, per
poi recarsi nel pomeriggio a Procida con un aliscafo di linea
partito dal Molo Beverello dopo le 16.
Al pontile di Marina Grande è stato accolto da amici e
parenti e dal sindaco di Procida Dino Ambrosino con cui ha
brindato al felice esito della vicenda. "Sono felice - le sue
prime parole una volta a casa - di essere tornato ma pure
frastornato, mi spiace per i colleghi della MBA Giovanni che
dovranno restare ancora 15 giorni a bordo e per il resto
dell'equipaggio di nazionalità filippina che sarà costretto a
restare sulla nave poiché non è stata ancora trovata una
soluzione diplomatica alla loro situazione. Adesso voglio
dedicarmi alla mia famiglia: ho una nipote nata dopo la mia
partenza che non mi ha mai visto, ora con le giuste precauzioni
voglio riabbracciare tutti" dice all'Ansa il marittimo
procidano.
"Dopo tutto questo isolamento - conclude - non avevamo capito
veramente cosa fosse la pandemia: siamo partiti dall'aeroporto
di Pechino che di norma è affollatissimo ed invece era deserto,
coi negozi chiusi ed un solo volo in partenza. Voglio
ringraziare gli organi di stampa, i sindaci di tutti i comuni di
appartenenza di noi marittimi, l'ammiraglio Giardino, il console
Fraticelli, il capitano Montanaro, il capitano Blandino del
Cosmar e Conte e Di Maio per il loro intervento risolutore".
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