"Quando guardi la Striscia di Gaza, è un inferno da così tanti anni... Ci sono state varie civiltà su quella striscia.
Non è iniziato ora. È iniziato migliaia di anni fa e c'è sempre stata violenza associata a questo. Potresti far vivere le persone in aree che sono molto più sicure e forse molto migliori e forse molto più comode", ha detto Trump ai cronisti, secondo Times of Israel.
Secondo il Jerusalem Post, che cita parole dette dal presidente americano a giornalisti a bordo dell'Air Force One, Trump ha affermato che l'Egitto accetterebbe di accogliere i palestinesi trasferiti dalla Striscia di Gaza, e che glielo avrebbe detto il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi durante una conversazione telefonica ieri sera. Trump ha parlato di Sisi come di un suo amico, scrive il Jp: "L'ho aiutato molto e spero che ci aiuti. Penso che accoglierà i palestinesi da Gaza, e il re di Giordania farà lo stesso". Egitto e Giordania si oppongono al trasferimento dei residenti di Gaza già evocato da Trump.
Il Cairo ha smentito quanto riportato da alcuni media tra cui il Jerusalem Post riguardo a un colloquio telefonico tra Trump e al-Sisi ieri sera e la presunta disponibilità dell'Egitto ad accogliere i palestinesi trasferiti dalla Striscia di Gaza. Una fonte qualificata egiziana di alto livello ha ricordato che "qualsiasi telefonata del presidente della Repubblica viene annunciata conformemente alla prassi delle comunicazioni tra i capi di Stato". La fonte, in un messaggio fatto circolare informalmente dall'Ufficio stampa del governo al Cairo, ha invitato "a verificare (le informazioni) con la necessaria accuratezza, soprattutto riguardo a contatti di questo livello e in un momento così delicato per la regione del Medio Oriente, considerando l'importanza particolare che ciò riveste alla luce delle relazioni privilegiate tra i due presidenti".
Tornando alla esternazione di Trump sul trasferimento dei residenti di Gaza in Giordania ed Egitto, alla domanda se questa posizione significhi che non crede più in una soluzione a due stati, Trump - scrive il Times of Israel - ha evitato di rispondere direttamente, dicendo che discuterà la questione con il primo ministro Benyamin Netanyahu quando verrà a Washington per incontrarlo "in un futuro non troppo lontano", aggiungendo che una data per l'incontro sarà fissata "molto presto". Due fonti confidenziali hanno detto ieri al Times of Israel che l'ufficio di Netanyahu sta pianificando un viaggio del premier domenica a Washington, dove incontrerà Trump all'inizio della settimana prima di tornare in Israele mercoledì. Il viaggio non è stato ancora finalizzato e dipenderà dalla salute di Netanyahu, che si sta riprendendo dall'operazione alla prostata, hanno detto le fonti. (ANSAmed).
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