MARRAKECH - La terza edizione del Marrakech African Book Festival (Flam) è pronta per riaprire in città una vetrina alla cultura e alla letteratura africana, dal 30 gennaio e fino al 2 febbraio. La sede della kermesse sarà il centro "Les Etoiles de Jamaa el Fna", edificio storico, ex residenza di un tesoriere imperiale, ora scuola d'arte per i bambini della medina. Sarà qui che si consumerà la magia degli incontri tra scrittori e lettori del continente africano. Inoltre le date del Festival quest'anno coincidono con quelle della Fiera dell'arte contemporanea 1-54, a Marrakech. Si annuncia quindi una sinergia. I giovani sono un obiettivo importante.
"Si organizzano colazioni per i giovani studenti delle scuole superiori, e a volte anche per quelli delle scuole elementari, che vengono per discutere di uno scrittore. Mettiamo uno scrittore a ogni tavolo e incoraggiamo i giovani a fare domande", spiega Hanane Essaydi, co-fondatrice e organizzatrice di Flam. "Abbiamo anche pianificato masterclass, in cui gli scrittori verranno a tenere lezioni nelle scuole medie e superiori pubbliche e private, nonché laboratori di scrittura", precisa. Fatimata Wane, co-fondatrice, aggiunge che il festival va oltre un semplice evento letterario: "È un invito al dialogo, una chiamata a condividere la nostra umanità. La letteratura africana non si limita a storie marginali, svolge un ruolo centrale nella scrittura mondiale". Però secondo Mia Couto, scrittrice mozambicana, "nel campo della letteratura, sappiamo poco di ciò di cui i nostri vicini discutono e pubblicano. Quel che è peggio è che ciò che sappiamo ci arriva dall'Europa, attraverso antichi e intoccabili circuiti coloniali. I festival letterari africani possono rappresentare un modo per rompere questo isolamento e questa reciproca ignoranza".
Flam vanta la presidenza onoraria del Premio Nobel per la letteratura, Jean-Marie Gustave Le Clézio, tra i primi entusiasti partecipanti delle scorse edizioni. Quest'anno il festival si concentra sulle voci femminili attraverso dibattiti, letture e mostre. L'obiettivo è quello di evidenziare il ruolo fondamentale delle donne nella società. La scrittrice guadalupana Jennifer Richard osserva: "In Africa e altrove, le donne sono portatrici di memoria. Questo festival consente loro di avere il posto che meritano". L'artista marocchina Najia Mehadji, creatrice del manifesto ufficiale, presenta un'opera ispirata alla calligrafia e al sufismo, che illustra l'armonia tra tradizione e modernità. "C'è una certa mancanza di riconoscimento quando si presentano gli artisti africani in generale. Spesso ci troviamo in una posizione di inferiorità, in un certo senso. È quindi necessario costruire un'immagine, difenderla e promuoverla". "Abbiamo una ricchezza di talenti africani, sia artistici che in altri campi", ha spiegato Younès Ajarraï, co-fondatore e organizzatore del festival, con Mahi Binebine e Hanane Essaydi.
I partecipanti potranno scegliere tra numerosi eventi che punteggiano i luoghi d'incontro per gli appassionati di libri in città. Nei Caffè letterari, giovani scrittori condividono il palco con personaggi come Mohamed Mbougar Sarr, vincitore del Prix Goncourt 2021. La sezione 'Les Palabres' offre dibattiti su temi come 'la negritudine e il futuro dell'Africa sulla scena mondiale'. Marrakech accoglierà nomi come Christiane Taubira e Najat Vallaud Belkacem, ex ministri francesi originari della Guyana, Aminata Traoré, ex ministra del Mali, o Rokhaya Diallo, giornalista senegalese che scrive in particolare per il Washington Post, il Guardian e Al Jazeera. I Notturni del festival uniscono musica e letteratura. Sotto le stelle, artisti come il poeta camerunense Marc Alexandre Oho Bambe incantano il pubblico con spettacoli che uniscono poesia e musica.
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