La polizia penitenziaria del
carcere di Orvieto, con il supporto del nucleo cinofili, ha
condotto all'alba di oggi un'operazione straordinaria che ha
portato al sequestro di tre telefoni cellulari, utilizzati da un
detenuto italiano e uno magrebino, e di un ingente quantitativo
di sostanze stupefacenti nascoste da un noto spacciatore della
provincia di Viterbo. Gli stupefacenti sono attualmente
sottoposti a esami di laboratorio per accertarne la natura e la
quantità esatta. Lo riferisce il Sindacato autonomo polizia
penitenziaria, che attraverso il segretario dell'Umbria,
Fabrizio Bonino, esprime "piena soddisfazione per l'operato
degli agenti, che nonostante le criticità strutturali - carenza
di personale, negazione delle ferie e condizioni lavorative
difficili garantite da carcere di Orvieto - continuano a
garantire ordine e sicurezza con abnegazione e senso dello
Stato".
Il Sappe "auspica provvedimenti disciplinari esemplari nei
confronti dei detenuti coinvolti e chiede alla direzione del
carcere di attivarsi senza ulteriore indugio per il
trasferimento immediato dei soggetti responsabili e dei loro
eventuali complici; e l'adozione di misure rigorose per
prevenire il ripetersi di tali episodi, che minano la sicurezza
dell'istituto e mettono a rischio la vita degli altri detenuti".
Il Sappe ribadisce - in una sua nota - "la necessità di un
intervento deciso delle autorità competenti per garantire
condizioni di lavoro dignitose e una gestione carceraria più
efficace".
Anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato
autonomo polizia penitenziaria, sollecita "urgenti e rapidi
interventi a favore del personale in servizio nella casa
circondariale di Orvieto", ricordando che "nel triennio
2022/2024 sono stati sequestrati dalla polizia penitenziaria,
nelle carceri italiane, circa 5.000 telefonini".
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