L'Italia Femminile conclude la
propria avventura iridata neozelandese. Finisce dove era
iniziata, a Whangarei, con le azzurre fermate per 39-3 nei
quarti di finale da una Francia che per ottanta minuti ha
macinato gioco, costringendo quasi costantemente Giordano e
compagne nella propria metà campo e mantenendo sin dal calcio
d'inizio il controllo del match, colpendo a freddo l'Italia dopo
appena due minuti di gioco con l'ala Grisez. Un punteggio che
rispecchia la superiorità numerica delle francesi, ma che non fa
dimenticare lo splendido percorso e lo storico traguardo della
qualificazione ai quarti di finale raggiunto dall'Italia di
Andrea Di Giandomenico, primo allenatore a traghettare una
Squadra Nazionale FIR alle fasi ad eliminazione diretta di una
Rugby World Cup. Decisiva, nella ripresa, la seconda superiorità
numerica concessa alle avversarie dall'Italia, con giallo a
Turani dopo una mischia ordinata avanzante sui cinque metri
italiani dopo che già nel primo tempo Magatti era stata
costretta a lasciare il campo per dieci minuti sull'ultima
azione: se in avvio di ripresa erano arrivati solo tre punti
dalla superiorità francese, tra il ventitreesimo ed il
ventinovesimo della ripresa la Francia ha messo il sigillo sul
match, con tre mete in sei minuti a spaccare la partita ed a
spezzare un sogno azzurro capace, comunque, di accompagnare per
oltre un mese tutto il movimento. Ad addolcire l'amarezza per
l'eliminazione, nei dieci minuti finali il ritorno in campo a
soli cinquanta giorni dall'infortunio al crociato destro subito
proprio contro la Francia per Manuela Furlan, veterana e leader
delle Azzurre, protagonista di un incredibile recupero per poter
prendere parte ad una partita comunque indimenticabile per il
rugby italiano, come quella disputata a Whangarei. Lunedì
l'Italdonne lascerà la Nuova Zelanda per rientrare, via Doha, in
Italia.
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