In Italia bonifiche sempre più in stallo. Dei 148.598 ettari di aree a terra inquinate, ricadenti in 41 siti di interesse nazionale, solo il 6% (7.972 ettari) è stato bonificato e appena il 5% (6.188 ettari) ha il progetto di bonifica o di messa in sicurezza approvato. Il suolo finora caratterizzato, ovvero la definizione di tipologia e diffusione dell'inquinamento, non va oltre il 24%. A lanciare l'allarme è un report di Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica, Legambiente e Libera, che sottolinea "gravi ritardi negli iter amministrativi" e "una media bassissima di ettari bonificati all'anno": 11 sugli oltre 140mila che restano.
Non va meglio per le falde: solo il 23% delle acque sotterranee ha il piano di caratterizzazione eseguito e solo il 7% ha il progetto di bonifica o di messa in sicurezza approvato. Scende al 2% la percentuale che vede il procedimento di bonifica concluso. Nel report "Le bonifiche in stallo", presentato dalle associazioni a conclusione della campagna "Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato", si esprime preoccupazione anche per i reati di omessa bonifica. Tra il 2015 e il 2023, su 241 controlli, ne sono stati accertati 35. Ovvero un reato ogni 6,8 controlli, con 50 denunce e 7 arresti. Nella classifica regionale la Sicilia è in testa con 17 reati seguita, a grande distanza, da Lazio e Lombardia, a quota 5 reati a testa. Al terzo posto la Calabria con 3 reati e al quarto la Campania con 2.
Alla media attuale di bonifiche annuali, evidenzia lo studio, ci vorranno per i siti nazionali più "virtuosi o fortunati" almeno 60 anni per concludere l'iter. Per gli altri siti "meno fortunati", i tempi sono paragonabili a quelli per smaltire le scorie nucleari, centinaia di anni. Bicchiere mezzo pieno, invece, per i Siti di interesse regionale: "Quelli interessati da procedimenti di bonifica, nel 2023, sono complessivamente 38.556, dei quali 16.365 con procedimento in corso (42%) e 22.191 (58%) con procedimento concluso". Secondo le associazioni il risanamento ambientale produrrebbe un giro d'affari intorno ai 30 miliardi euro tra investimenti pubblici e privati.
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