L'ultima volta che Elisabetta indossò
i blue jeans era il 6 febbraio 1952. Era in vacanza in Kenya con
Filippo. Quel giorno le venne comunicato che suo padre era morto
e lei sarebbe diventata regina. Una settimana dopo, al funerale
del padre, indossava un abito nero sopra le caviglie, mentre la
madre ne portava uno lungo. "Lilibet, la tua gonna è troppo
corta" venne ammonita dalla regina Mary, sua nonna. Da allora
sono trascorsi 70 anni. The Queen ha attraversato in tailleur
coloratissimi, coordinati a cappelli e guanti, l'immancabile
borsetta sotto al braccio, due secoli di storia. Molte cose sono
cambiate, ma una cosa è rimasta sempre uguale: il suo stile,
unico e riconoscibile. "La Regina aveva un modo di vestire
ineguagliabile" commenta Stefano Dominella, che conobbe
Elisabetta nel 2001, quando era presidente di Altaroma e venne
ricevuto a Buckingham Palace, assieme a Beppe Modenese,
presidente onorario della Camera della Moda Italiana, dalla
regina e da sua sorella, la principessa Margareth, presidente di
un'associazione benefica che supportava l'ingresso delle donne
disagiate nel mondo del lavoro nel settore moda. "La regina ci
ricevette con un cappottino lilla, anche se era in un salone di
casa sua - ricorda Dominella - sotto si notava una camicia con
fiocco di raso in tinta. Come lo erano i guanti. Ma le scarpe
erano nere e sinceramente mi lasciarono stupito. Lei fu molto
carina con noi e con le altre delegazioni della moda di altri
paesi. Parlò per diversi minuti dell'importanza culturale della
moda e del suo valore dal punto di vista economico, per
l'occupazione delle donne". "Fu in quell'occasione- rivela
Dominella - che seppi che lei aveva un sarto di corte e un
cappellaio che le aveva realizzato 2500 cappelli, alcuni dei
quali, talvolta, venivano rimodernati e re-indossati".
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