"Otello che uccide Desdemona è
un'immagine viva, una realtà bruciante". Così all'ANSA Giuseppe
Cederna che interpreta Jago in un'inedita versione del dramma
shakespeariano, incentrato su "una forza maschile che può
spingere un uomo a uccidere una donna".
L'attore romano ritorna in Sardegna per la Stagione Cedac con
"Otello", produzione Arca Azzurra, in cartellone il 12 aprile
alle 21 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo, il 13 alle
20.30 al Teatro Comunale di Dorgali, il 14 alle 21 al Teatro del
Carmine di Tempio Pausania e il 15 alle 21 al Cine/Teatro
"Olbia". Nel cast accanto a Cederna, Giuliana Colzi, Andrea
Costagli, Dimitri Frosali, Lucia Socci, Lorenzo Carmagnini,
Riccardo Naldini, Elisa Proietti, regia di Emanuele Gamba.
"Un Otello molto particolare, adattato da Francesco
Niccolini, ispirandosi un po' al tono del film di Pier Paolo
Pasolini 'Che cosa sono le nuvole?'" rivela l'artista, figlio
dell'intellettuale, ambientalista e scrittore Antonio Cederna e
nipote della giornalista Camilla Cederna. "Interpreto un
'marionettaro', una specie di 'mago del teatro' che sistema la
scena e presenta i personaggi - aggiunge - ossia un Otello un
po' tronfio che se la tira, una Desdemona ingenua e così via, e
poi come Jago inizia a tessere la sua tela. Mi diverte molto
fare questo personaggio, certe volte mi sembra quasi un
ballerino in punta di piedi: Jago è un mistero, fin dall'inizio
rivela la sua intenzione di distruggere Otello e il mondo che ha
intorno, di instillare attraverso menzogne sussurrate la
passione tremenda della gelosia nel cuore del Moro e fargli
credere che quel damerino di Cassio sia l'amante di Desdemona e
rappresenta una forza distruttiva, nera".
Volto noto del grande e del piccolo schermo, anche grazie a
film come "Marrakech Express" e "Mediterraneo" di Gabriele
Salvatores, all'attivo una lunga carriera teatrale, dagli esordi
come mimo e clown al visionario "Sogno di una notte di mezza
estate" del Teatro dell'Elfo, a spettacoli come "Amadeus", "Il
giardino dei ciliegi" e "La Febbre", "FreeClimbingBenni",
"Tacalabala! Il racconto del calcio" e "Cani sotto la pioggia",
ai recenti "Tartufo" e "Storia di un corpo", Cederna rivela: "Mi
sento un narratore di storie: riesco a raccontare in teatro le
mie passioni, quello che mi rende vivo, la mia indignazione per
il dolore del mondo".
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