"Favorire l'emersione dei casi, l'acquisizione dei fatti di prova, l'individuazione dei responsabili nonché il supporto alle vittime" di violenza di genere. Anche perchè, "i numeri sono ormai intollerabili e testimoniano una continua, diffusa e ancora ingiustificata violenza contro le donne". Lo dice il prefetto di Ancona Maurizio Valiante che oggi ha presieduto una riunione in Prefettura della "Rete antiviolenza provinciale per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere contro le donne". I casi, spiega il Prefetto, sono in costante crescita (dai 371 casi di codice rosso del 2024 ai 119 casi del primo trimestre del 2025) e, parallelamente, le misure decise dal Prefetto, in seno alle riunioni tecniche di coordinamento delle forze di polizia, a tutela della vittima, ai sensi della legge n. 168/2023. Di qui la necessità, sottolineata dal Prefetto di mettere in campo un "approccio integrato e interdisciplinare".
Alla riunione che si è svolta oggi, presso il Palazzo del Governo - Prefettura di Ancona, hanno partecipato i vertici provinciali delle forze di polizia, i rappresentanti del Comune di Ancona, della Provincia, dell'Ufficio Scolastico regionale, dell'ISTAT Marche, della Commissione Pari opportunità della Regione Marche, degli Ospedali Riuniti di Ancona, degli Ambiti Territoriali sociali, degli Ordini professionali, delle organizzazioni sindacali e del Terzo settore (Coop Polo 9, "Donne e Giustizia"). Durante l'incontro è emersa la volontà di rinnovare l'impegno assunto dalle parti sottoscrittrici del Protocollo con l'obiettivo di valorizzare le tante forme innovative di raccordo interdisciplinare e di collaborazione tra Autorità Giudiziaria, le forze dell'ordine, le Strutture sanitarie, i Servizi sociali, la Scuola ed il Terzo settore.
Numerosi sono gli episodi di violenza, verbale, economica, fisica, frutto dell'idea, inaccettabile, che un genere possa prevaricare sull'altro. La Rete antiviolenza ha condiviso - sottolinea la nota della Prefettura - la necessità di assumere sempre più un ruolo proattivo nell'individuare iniziative preventive tese a educare al rispetto dell'altro, a favorire gli strumenti di dialogo e conoscenza, ad intercettare i primi segnali di disagio e/o violenza e a supportare la donna nel percorso di denuncia. Iniziative che dovranno coinvolgere sempre più le giovani generazioni ma anche gli operatori delle forze di polizia, scolastici, sanitari. Nel caso, tuttavia, di violenza perpetrata, la repressione è una risposta parziale e non sufficiente considerato che appare sempre più ineludibile un sostegno concreto e di sistema per rispondere agli eventuali bisogni (alloggio, lavoro, supporto psicologico, etc.) nelle more di ottenere una piena autonomia.
La Rete Antiviolenza si riunirà già nelle prossime settimane, anche con la partecipazione dell'autorità giudiziaria, per delineare strategie operative per contrastare la drammatica piaga sociale della violenza di genere anche attraverso il responsabile coinvolgimento di tutte le componenti che concorrono all'attuazione del Protocollo. Nel contempo sarà convocato l'Osservatorio per il previsto monitoraggio del fenomeno in argomento.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA