"Oltre la metà dei 550mila agnelli presenti in commercio durante il periodo pasquale proviene dall'estero. I capi importanti, circa 300mila, vivono in condizioni poco rispettose, senza garanzie di tracciabilità e buone pratiche di allevamento". E la denuncia del Consorzio dell'Abbaccio Romano Igp che ha lanciato a Roma la sua campagna contro il mercato low cost e l'importazione senza garanzie, denunciando "Pasqua periodo a forte rischio".
Il Consorzio segnala che i capi importati "vengono distribuiti a prezzi inferiori del 40% rispetto alla produzione certificata nazionale che conta 185 mila agnelli, di cui 35 mila provengono dal Consorzio dell'Abbacchio Romano Igp, su un allevamento totale di 75.100. Un numero inferiore rispetto al periodo pre-covid dove si contavano circa 120 mila esemplari". "In un mercato dominato dal ribasso dei prezzi - commenta Natalino Talanas, presidente del Consorzio Abbacchio Romano Igp - la disinformazione mette a rischio le aziende locali che faticano a competere con le grandi importazioni straniere. E' quindi importante sensibilizzare il consumatore".
" Noi - aggiunge - dal 2010, anno di costituzione del consorzio, ci impegniamo in termini di divulgazione affinché chi ci sceglie sia pienamente informato sulla tracciabilità lungo tutta la nostra filiera e riesca a riconoscere il valore della nostra produzione". "La consapevolezza - conclude - risulta essere l'unica chiave per un'inversione di tendenza in grado di garantire lunga vita alla nostra tradizione che, nei secoli, ha plasmato l'identità paesaggistica e gastronomica della nostra regione".
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