Nel 2024 il valore della produzione florovivaistica italiana ha raggiunto un nuovo massimo storico, superando i 3,25 miliardi di euro. Il valore a prezzi base del comparto florovivaistico italiano continua a crescere, registrando un incremento del 3,5% rispetto all'anno precedente, del 23% rispetto a cinque anni fa e del 30,8% rispetto a dieci anni fa. E' quanto emerge con la presentazione del primo rapporto sul florovivaismo italiano, promosso da Myplant, Coldiretti e Assofloro, in collaborazione con Centro Studi Divulga e Istituto Ixè, in occasione dell'apertura della 9/a edizione di Myplant & Garden, fiera internazionale per i professionisti del florovivaismo, del garden, del paesaggio e del verde sportivo in Italia Il report registra che in Italia il comparto rappresenta l'8% delle produzioni vegetali e il 5,3% del totale agricoltura, ed è rappresentato, secondo l'ultimo censimento agricolo, da 19mila imprese (9.356 operative nel vivaismo e 11.855 per piante e fiori).
Le aziende italiane si dividono tra piccole realtà con fatturati inferiori ai 100.000 euro (60,4%) e imprese più strutturate, principalmente nel vivaismo, dove circa il 10% delle aziende supera i 500.000 euro di fatturato annuo. In base agli ultimi dati Eurostat disponibili, nel 2023 l'Unione europea contava 198 mila ettari destinati al florovivaismo, il 15% dei quali (29.780) sono in Italia.
La regione più importante per la produzione florovivaistica complessiva italiana risulta essere la Toscana, con un valore di produzione che si avvicina al miliardo di euro, corrispondente a oltre il 30% del mercato italiano. Segue la Liguria con 446 milioni di euro (14,2%). A completare le prime posizioni si trovano la Sicilia, con 302 milioni di euro (9,6%) e la Lombardia, con 277 milioni di euro (8,8%). L'analisi segnala che il settore florovivaistico in Unione europea, secondo le proiezioni Eurostat, nel 2024 ha raggiunto un valore alla produzione di 24,5 miliardi di euro (+ 1% rispetto al 2023, +8% rispetto a cinque anni fa, +4,62 miliardi di euro rispetto a 10 anni fa), con l'Italia che contribuisce per poco meno di 3,3 miliardi, posizionandosi al terzo posto dietro Paesi Bassi e Spagna.
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