"Oggi a scuola un attivista Lgbt ha
spiegato come cambiare sesso - Giulio, 13 anni". "Oggi a scuola
ci hanno letto una favola in cui la principessa era un uomo -
Anna, 8 anni". "La mia scuola ha permesso anche ai maschi di
usare i bagni delle femmine - Matilde, 16 anni". Sono questi i
messaggi choc, accompagnati dai volti di bambini e adolescenti
con uno zaino scolastico sulle spalle, che campeggiano sui
manifesti della nuova campagna nazionale di affissioni lanciata
oggi da Pro Vita & Famiglia Onlus per chiedere una legge che
impedisca lo svolgimento di qualsiasi progetto sulla fluidità di
genere in aula, il consenso informato preventivo dei genitori su
ogni attività sensibile, la possibilità per le famiglie di poter
esonerare i propri figli dai corsi gender e infine lo
Stop agli attivisti Lgbtq+ nelle scuole.
"Troppe volte - sottolineano in una nota - queste attività
sono usate come cavallo di Troia per introdurre l'ideologia
gender nelle scuole all'insaputa delle famiglie. La campagna,
partita oggi da Roma con affissioni in oltre 50 postazioni
pubblicitarie, toccherà numerose città italiane nelle prossime
settimane per sensibilizzare l'opinione pubblica e mobilitare i
genitori. L'iniziativa si affianca alla petizione popolare 'Mio
Figlio No. Scuole Libere dal Gender già sottoscritta da quasi
30.000 cittadini, che chiede una legge chiara e vincolante:
senza il consenso dei genitori nessuno può parlare di temi
sensibili dentro la scuola.
"Le frasi riportate sui manifesti si riferiscono a progetti
gender realmente svolti nelle scuole senza che i genitori
fossero informati e coinvolti - spiega Jacopo Coghe, portavoce
di Pro Vita & Famiglia Onlus. Le scuole italiane si stanno
trasformando in enormi campi di rieducazione ideologica di massa
e questo avviene tramite la sistematica esclusione delle
famiglie".
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